News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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Il Muro di Palermo

 

Io me lo ricordo quel 9 novembre 1989, quell'odioso muro sgretolarsi dietro i sorrisi e la rabbia della gente di Berlino est mentre un signore vecchiotto con gli occhiali e il suo eterno violoncello divorava il tempo con quella sua solare armonia delirante dietro un Topolino sorridente!
Si chiamava Mstislav Rostropovich, il più grande di tutti i tempi era lui, che quando accese la tv e vide cosa stava accadendo, prese subito il primo aereo e si recò a suonare la sua personale preghiera al mondo che guardava quel che restava del Muro.
Chissà cosa avrebbe suonato oggi davanti lo scempio di Piazza Garraffello a Palermo, luogo in cui all'incapacità progettuale e pianificatrice dei dirigenti comunali succedutisi negli ultimi ventanni, si risponde nella maniera più odiosa erigendo " il muro" , l'archetipo della separazione, elemento che quando non concorrre alla statica degli edifici, semplicemente divide! Già ma questa è una città strana in cui gli intellettuali parlano ormai soltanto nei salotti di casa dimenticando la piazza, in cui si è capaci di spendere 200 milioni di euro in meno di ventanni con i risultati che è inutile commentare perché sono sotto gli occhi di tutti, la nostra memoria collettiva, monumentale, crolla in macerie da rimuovere subito!

Eppure basterebbe poco, servirebbe ad esempio, prima di dare i soliti numeri, "avere una vision culturale" all'altezza della situazione così come nel 1992 è successo a Barcelona e nel 1997 a Bilbao.
Basterebbe che il Sindaco dicesse basta e chiamasse attorno a se, solo i migliori talenti di settore, gli architetti più bravi e gli strutturisti più seri, gli imprenditori più virtuosi, chiedesse all'università di intestarsi, così come avvenne a principio degli anni Ottanta sempre qui a Palermo con il Piano Programma di Samona'-De Carlo-Sciarra Borzì-Di Cristina, la paternità dello studio e dell'analisi dei luoghi e si capisse che la vucciria deve tornare ad essere identità della comunità tutta, che deve poter essere pronta per accogliere il turista che vuole trovare qui quei suoni e quei sapori, quei colori e quei profumi di cui trasuda il prezioso dipinto che Renato Guttuso volle donare allo Steri.
Bisogna avere il coraggio ma bisogna averlo qui ed ora!

Qui dove Caravaggio cercava i volti delle prostitute per i suoi quadri, qui dove i catalani, i genovesi, gli amalfitani e i veneziani vollero metter radici per trafficare coi mercanti provenienti da ogni angolo del mediterraneo, qui dove malgrado la decadenza imperante e l'indifferenza assoluta delle istituzioni, divampa da oltre due anni la movida notturna più intensa a due passi dal mare, è qui che va cercata la soluzione al problema, essa ha un nome che si scrive occasione e si pronuncia sviluppo e lavoro locale per almeno dieci anni e per migliaia di giovani.
Certo, esiste il problema dei fondi e quello della proprietà, ma anche qui le soluzioni sono alla luce del sole!
Al primo ribatterei che basta esser seri e vigilare, perché i 200 milioni di euro spesi per il restauro del centro storico di cui Repubblica dava conto domenica scorsa, sono una cifra enorme che a fronte dei risultati ottenuti ( diciamo inesistenti?), ci sembra che più di qualcosa non torni!
Al secondo punto, rispondiamo che basterebbe che il settore edilizia pericolante mettesse in mora tutti i proprietari di edifici o porzioni di edifici che a breve giro e sotto firma di un proprio tecnico abilitato non depongano apposita certificazioni comprovata da elaborati tecnici che ne attestino la piena rispondenza alla rigidissima normativa antisismica attualmente in vigore, pena l'esproprio coatto. Perché non dimentichiamoci che il crollo di mercoledì scorso è avvenuto a bocce ferme! E quando giungerà il prossimo sisma, cosa accadrà a quei ruderi e agli altri?
Resto dell'idea radicata e profonda che non sia oltre il tempo di scherzare e che solo la politica virtuosa possa dare la risposta mancata finora. Occore un piano Marshal per il centro storico che crei al contempo sviluppo sostenibile e metta insicurezza lo straordinario patrimonio monumentale di cui il passato ci ha voluto premiare. Se diregenti e tecnici del comune, non sono in grado di farlo, facciano posto a gente preparata e capace, coraggiosa e disposta a cominciare domattina. Ci sono, lo giuro. Io ne conosco tantissima!

Al Sindaco, qualcuno mi ebbe a ricordare che il politico guarda alle prossime elezioni, mentre lo statista guarda alle future generazioni!
Noi non le consigliamo dove guardare, bensì di agire e di attorniarsi di collaboratori capaci e pragmatici, in grado di gestire e sotto la sua guida, l'ultimo atto di questa crisi profonda che il cuore della città sta oggi vivendo.
Se le rovine possiedono il fascino del tempo che le ha generate e del luogo che le ospita, la macerie come suggerisce Marc Auge', sono prive di identità e parlano il linguaggio dei barbari che le hanno prodotte.

Architetto Danilo Maniscalco Presidente Associazione Vigliena, Componente commissione biososostenibilità del l'ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori, Conservatori di Palermo.