Tre arresti per estorsione a Castellammare del golfo e un nome, quello della vittima, che conta.
A finire nel mirino del racket è stato Gregorio Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani e titolare di una società che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti.
In manette Mariano Asaro, già in carcere, e due suoi bracci operativi, Gaspare Mulè, 47 anni e Fausto Pennolino, 51 anni.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Mulè e Pennolino hanno più volte chiesto il pizzo a Bongiorno.
L'imprenditore, che all'inizio si era piegato alle richieste di cosa nostra, si è poi ribellato e ha denunciato i suoi aguzzini.
"Non ho denunciato prima - dice l'imprenditore - perchè nel 2005-2006 il clima era differente. Certe scelte vanno metabolizzate, non si possono prendere di slancio. Oggi ci sono invece le condizioni e c'è una Confindustria diversa, sia a livello regionale sia a livello nazionale, che fa fronte comune per la legalità. Non è più quella di una volta che ha lasciato da solo Libero Grassi" racconta Bongiorno. "Quando - ha proseguito Bongiorno - uno dei soggetti i primi dello scorso agosto è tornato a farmi richieste estorsive, non ho esitato a fare l'unica scelta possibile. Li ho denunciati perchè andava fatto e sono certo che non mi pentirò".
A Bongiorno la solidarietà dell'Ance Sicilia e della sezione locale di Libera.
"Denunciare il racket delle estorsioni - dice Salvo Ferlito, presidente regionale di Ance Sicilia - non dovrà più essere un atto di coraggio, ma un'azione normale per ogni imprenditore, così come è quello, ad esempio, di segnalare l'abuso di un amministratore pubblico o di un burocrate o di evidenziare le storture degli appalti, i ribassi anomali, la concorrenza sleale e l'alterazione del mercato da parte di mafiosi e riciclatori". "Accogliamo il suo appello – aggiunge Ferlito – a fare fronte comune contro pizzo e mafia, due flagelli che rendono difficilissimo fare impresa in Sicilia, e siamo al suo fianco affinché, appunto, il suo gesto diventi normalità per tutti noi, nella consapevolezza di non essere più soli nel momento della denuncia".