Una giornata da....Forconi. Siamo stati con loro dall'alba la tramonto, assieme a circa altre tremila persone. Abbiamo registrato la cronaca e chi scrive ha anche fruito del proprio diritto a manifestare. Questo per togliere voce a qualsiasi tipo di strumentalizzazione. La giornata è iniziata presto, alle 7, con qualche lacuna organizzativa, a dire il vero. Poichè solo ieri mattina abbiamo saputo che il concentramento fosse a piazza della Pace e non a piazza Croci, vabbè.
Il tempo di prendere confidenza con le forze dell'ordine, di far arrivare i pullman, di organizzarsi e partire. E' subito saltato all'occhio come fosse una manifestazione diversa rispetto a quella degli stessi Forconi, di gennaio. Meno gente, ma più famiglie. Incredibile, famiglie con bambini e carrozzine al seguito. Poi, tanti lavoratori, braccianti, qualche giovane, tante donne e pochissimi palermitani, quasi zero. Poi parroci, sindaci, e personaggi coloriti.
Prima tappa la serit equitalia, a poche centinaia di metri dalla partenza, dove migliaia di cartelle esattoriali sono state date alle fiamme. Il lungo serpentone si è snodato lungo il centro di Palermo, composto, tranquillo, rumoroso. Nonostante il ritardo mostruoso sulla tabella di marcia, alla fine si è arrivati davanti alla sede del Parlamento Siciliano. Subito cori, fischi e rulli di tamburi. Una prima scaramuccia col cordone più esterno di polizia e carabinieri, ma niente di quanto dipinto da altri colleghi. Poi la delegazione dei Sindaci, assieme ad una seconda delegazione, dei Forconi, viene ricevuta dalla confrenza dei capigruppo all'Ars. Circa tre ore d'attesa, un'altra mezza scaramuccia e le prime ombre della sera. Nello spiazzale, tante auto di dipendenti, funzionari e politici. Visto tanto ben di Dio, i Forconi non ci pensano due volte ed annunciano che a casa stasera (ieri sera, ndr) ci sarebbero andati a piedi tutti i proprietari delle vetture lì presenti.
Esce Ferro, e dice: "Abbiamo preteso risposte immediate ed urgenti, e abbiamo detto loro, o questo o la rivoluzione". Intanto, le risposte dovrebbero arrivare per dopodomani e da lì i Forconi non schiodano. Temiamo che anche questo ulteriore tentativo idi interlocuzione vada a vuoto e ci chiediamo perchè si continui ad insistere su una strada che è già chiusa. Ma attendiamo anche noi. Chi non attenderà, invece, saranno gli operai della Gesip, che oggi saranno di nuovo in piazza. Ieri abbiamo visto tanta compostezza, tanta dignità, rabbia, ma anche la disperazione di gente che crede nel domani, e nel mantenimento della propria diignità di uomini e lavoratori.