Il Messico, un Paese che fa 160 milioni di abitanti, di cui 23 nella sola capitale, l'abnorme Città del Messico. Difficile sentirne parlare in Italia, difficile che le quotidiane notizie di stragi ed omicidi in serie assurgano alle cronache nazionali. Eppure.... oggi in Messico succede di tutto e di più. "Los cartelistas", ossìa gli uomini delle gangs dei vari cartelli della droga dettano legge e fanno il buono ed il cattivo tempo su tutto il territorio nazionale, con la collusione di buona parte della polizia e delle istituzioni.
L'attuale Presidente della Repubblica, Felipe Calderòn, ha dichiarato guerra ai cartelli della droga schierando l'esercito. La cura però si è rivelata peggiore del male, con continui abusi di potere e con la gente che rievoca un ritorno della polizia corrotta. I risultati sono a dir poco devastanti. Migliaia di morti, nessuno è al sicuro, nessuno può opporsi, nessuno ne ha intenzione.
Una cultura ormai radicata sul territorio, molto simile a quella mafiosa in Sicilia, impone di scendere a compromessi se si vuole far strada, in caso contrario, meglio espatriare. La giornalista messicana Cynthia Rodriguez, ormai in Italia da cinque anni, conosce bene la realtà del suo Paese e nell'intervista che le abbiamo fatto racconta tutto, anche le perplessità proprie di un popolo.
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