Il dare, il condividere non è un gesto che riguarda chi ha di più verso coloro che hanno meno, il dare, l'offrirsi agli altri è uno stato mentale e culturale che riguarda ognuno di noi.
Il dare prescinde da qualsiasi forma di confronto e riscontro è il gesto culturalmente più ampio che esiste. Il più banale gesto di solidarietà e conforto umano può avere delle risultanze immense, un singolo gesto può generare un virtuosismo capace di cambiare la vita degli altri e perciò anche la nostra. Pensare a ciò che si ha, prima di quello che si vorrebbe avere, ed essere disposti a condividerlo perfino con chi ha più di noi è sinonimo di appartenenza. Quanti progressi potrebbe fare il genere umano se da domani ognuno di noi si sentisse d'avvero parte della stessa specie, capendo che i nostri destini sono tutti uguali. Il nostro modo di venire al mondo è identico, lo stesso modo di lasciare questo mondo è uguale per tutti. Cercare modelli è l'errore che ci sta trascinando nell'imbarbarimento culturale dell'isolamento: modelli matematici, fisici, economici, artistici, politici, energetici. Questi nulla potranno se prima non si assume come cardine di esistenza l'unico vero modello valido del vivere, il modello culturale. L'unico modello che potrà permettere la vera rivoluzione del terzo millennio. La cultura di sentirsi un unico insieme e non più unici in un insieme.
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http://kelink.it/2013/lo-spot-piu-commovente-del-2013-un-capolavoro-di-3-minuti/1243/