News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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Il consiglio comunale approva l'aumento dell'Irpef e dell'Imu, tra tante assenze e molta fretta

Era nell’aria da tempo e nel pomeriggio di ieri  il consiglio comunale di Palermo ha approvato il raddoppio dell’addizionale Irpef e quello dell’Imu, ovvero la vecchia ICI sulla prima casa. Hanno votato no Antonella Monastra di Un'Altra Storia, Rosario Filoramo, Salvo Alotta del Pd e Alberto Mangano (novità in vista per lui? Ingresso in Idv?). Un astenuto,l'autonomista  Leonardo D'arrigo.
L’Idv era assente, compresa Nadia Spallitta che ieri ha formalizzato il suo ingresso in Italia dei  Valori. Un astenuto,l'autonomista  Leonardo D'arrigo. Assente anche Farbrizio Ferrandelli, candidato alla corsa a sindaco della città. Sugli altri nomi attendiamo notizie. La scelta paventata nei giorni scorsi per evitare il dissesto finanziario del Comune, pare quindi sia stata l’unica soluzione che i nostri amministratori siano stati in grado di trovare,  nonostante le parole di  Sebastiano Drago, presidente della commissione Bilancio che nei scorsi aveva detto "prima di tartassare i cittadini bisogna trovare soluzioni alternative".  Ma bisogna fare attenzione: il Consiglio può cercare di riequilibrare il bilancio con questo provvedimento, il  dissesto finanziario è di competenza della Corte dei Conti.

Ricapitolando, raddoppio dell'addizionale Irpef  dallo 0,4 allo 0,8 per cento e applicazione dell'Imu al 4,8 per mille sulla prima casa e 9,60 per mille sulle seconde abitazioni e ricordiamo inoltre che se un comune prende la decisione di non dichiarare il dissesto finanziario, è probabile una vendita di beni di proprietà del Comune (cioè i nostri, perchè il comune  siamo noi). Questo nel caso dovessero verificarsi “strane”  vendite.  Questi quindi i risultati di una seduta chiamata “blitz” da diversi consiglieri comunali che o hanno votato a favore o non erano presenti “nonostante avessimo comunicato diverse ore prime che saremmo stati assenti per motivi precedentemente assunti”.

Ma andiamo agli eventuali effetti del dissesto sui consiglieri comunali che hanno votato ieri pomeriggio la delibera salva-comune: comporterebbe l'ineleggibilità dei consiglieri, che quindi decadrebbero,  per le responsabilità avuta nel dissesto.

Dall’altro lato, agli occhi dei palermitani, diventerebbero i carnefici, che continuano ad affossare i cittadini, aumentando e raddoppiando le tasse. E siamo in periodo di elezioni e gran parte degli attuali consiglieri comunale al momento sono in campagna elettorale per farsi rieleggere.

Gli amministratori per altro in caso di dissesto sono  “ riconosciuti responsabili  e non possono ricoprire, per un periodo di cinque anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali o di rappresentante di tali enti presso istituzioni, organismi ed enti pubblici o privati, quando, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, si accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l'amministratore è stato riconosciuto responsabile”.

C’è da chiedersi quindi secondo quale criterio i consiglieri abbiano approvato questi aumenti? Guardando a quali interessi? A quelli personali o quelli dei cittadini? A posteri l’ardua sentenza.

L’aumento  delle addizionali secondo segretario Generale della Cisl di Palermo Mimmo Milazzo “porterebbe ad entrate pari a 26 milioni di euro per l'Irpef e di 89 milioni per Imu, e questo servirebbe esclusivamente al raggiungimento dell'equilibrio di bilancio e non a finanziarie le aziende partecipate”.  Tutti i presenti e contrari e parte degli assenti comunque ribadiscono lo stesso concetto, ovvero che la votazione è stata fatta con una fretta inaudita, senza poterci ragionare su, immettendo nuove entrate ma senza  stabilire come spenderle, senza poter capire come le risorse avrebbero riequilibrato il bilancio. Il mistero si infittisce.