Sono passati vent'anni dalle stragi di Capaci e di via d'Amelio ed il cinema ed il piccolo schermo hanno cercato di ricordare e celebrare la memoria di Falcone e Borsellino in tutti i modi. Vari volti si sono avvicendati nel corso degli anni, ma vedere Luca Zingaretti, amatissimo dal pubblico grazie al personaggio del Commissario Montalbano, tratto dalla penna di Andrea Camilleri, farà un certo effetto.
Le riprese sono cominciate in sordina, siamo riusciti ad avvicinarci ai camion pronti con i costumi e la bisaccia con due auto d'epoca di carabinieri e polizia, scoprendo come la fiction targata RAI sarà seguita da un'altra realizzata in collaborazione con La7, che a Palermo ha già girato alcuni suoi spot promozionali.
La scelta del protagonista non poteva non ricadere che su Luca Zingaretti nei panni del giudice Borsellino. Noto al pubblico italiano ed estero come il sicilianissimo commissario di Vigata, ZIngaretti non ha sicuramente la fisionomia del giudice Borsellino e la sfida sarà riuscire a far trasparire le inquietudini, i dubbi, la risoluzione con cui Paolo Borsellino visse la strage di Capaci, continuò le indagini e cerco di prepararsi al suo destino.
Nel corso degli anni la storia delle stragi è stata riscritta più volte, proprio come un copione rimaneggiato da un regista indeciso. Inevitabilmente una fiction su un personaggio così importante, complesso e profondamente radicato nel suo territorio non deve essere appiattito, merita di essere presentato al pubblico per quello che era, con tutte le sue forze e le debolezze degli ultimi giorni, quando la sua fede nello Stato e nelle istituzioni crollò di colpo, gettandolo nella disperazione più nera.
Il servizio pubblico punta molto sulla buona riuscita del progetto, una sorta di omaggio nel ventennale delle stragi, che non può e non deve omettere anche le parti più controverse della storia di quell'infuocato 1992. Raccontare alle nuove generazioni ed al resto d'Italia una storia edulcorata, senza il preciso racconto di come lo Stato abbandonò i suoi alfieri trattando direttamente con Riina e soci, sarebbe un crimine, un'operazione di negazionismo storico paragonabile a quello usato per troppo tempo nei confronti dei lager nazisti o dei gulag comunisti.
Luca Zingaretti mette in gioco la sua esperienza e l'esperienza accumulata con la RAI grazie al "Commissario Montalbano", noto ormai anche in Francia, Spagna, Svezia, Germania ed anche in altri due continenti. Speriamo basti a darci una mini-serie più vicina possibile alla realtà dei fatti e non l'ennesima fiction, sigillata nella plastica, impacchettata e spacciata per realtà storica.