I lavoratori della formazione professionale del Cefop è stato riaperto in extremis, a pagare il debito da 82 milioni di euro ci penseranno i lavoratori siciliani che pagano i contributi all'INPS. Un escamotage che permette di spendere 17 milioni di euro provenienti da Bruxelles ed altri 13 milioni di euro provenienti dalla Regione Sicilia.
Dal luglio scorso il Cefop contava 1.300 dipendenti, tutti in cassa integrazione, diretti da un triumvirato di commissari per l'amministrazione giudiziaria. I motivi del debito erano stati messi per iscritto già l'estate scorsa, con la segnalazione di troppi dirigenti, gli affitti dei locali pagati con prezzi fuori dal mercato, il mancato pagamento dei contributi INPS e dei Tfr dei lavoratori in uscita.
Un quadro fosco che si rasserena in visto delle amministrative di maggio, tramite un procedimento reso celebre da Giulio Tremonti al momento del piano di salvataggio Alitalia. Per preservare i posti di lavoro e mantenere un'azienda viva, è bastato spalmare il debito sui lavotori siciliani e sull'INPS, lasciando la parte "viva" della compagnia sotto la denominazione di "Cefop amministrazione giudiziaria".