Ormai è chiaro che i due banditi fermati qualche giorno fa a p.zza Lolli con passamontagna in faccia, non erano tali, pronti a compiere l'ennesima rapina ma sicari pronti a fare fuoco in una zona centralissima e in pieno pomeriggio con le strade affollate di persone.
Ma emerge un altro dato non meno inquietante. Uno dei protagonisti, Fabio Pispicia 43 anni, è infatti è il fratello di un Boss di Porta Nuova e cognato di uno dei capi mafia della zona, ma sopratutto è un lavoratore che rientra nei così detti ex PIP, cioè tra coloro che mensilmente percepiscono un sussidio da parte della Regione Siciliana. Ricordando che uno dei requisiti, scritti in calce, per ricevere il sussidio è proprio quello di moralità e buona condotta. Questo ennesimo accertamento riapre fortemente il caso dei lavoratori socialmente utili, "campati" con i nostri soldi. Dopo lo scandalo di PIP con redditi milionari e patrimoni da milioni di euro, ecco che si affaccia anche l'ombra, piuttosto nera, che tra di essi ci siano anche mafiosi acclarati e incalliti. Come è possibile che la Regione non abbia mai fatto controlli approfonditi, ma basterebbe anche superficiali, su coloro a cui foraggia milioni di euro all'anno.
È inconcepibile, vi è una responsabilità politica e amministrativa, non si può continuare a scoprire scandali di questo tipo, che purtroppo ormai non scandalizzano più nessuno, casualmente e "a macchia di leopardo". La società che con le proprie tassi paga queste persone ha diritto che la Regione compia tutti gli accertamenti del caso e che la stessa assolva al dovere di correttezza e trasparenza verso i cittadini.
È ora di dire BASTA. Non è più possibile che si continuino a pagare le tasse per foraggiare, milionari, delinquenti,e pure i mafiosi.