La riunione di ieri alle Ciminiere di Catania era attesa. La decisione è quella di bloccare in tutti i modi i cargo che dai nostri porti prendono la benzina raffinata dai nostri impianti ed altri blocchi saranno probabilmente fatti durante la settimana prossima. Una protesta che non riguarda più solo gli autotrasportatori ma che ha saldato le categorie più colpite dall'aumento del carburante, agricoltori e pescatori compresi. Proprio dai pescatori è attesa una protesta nazionale di fronte il Parlamento, mentre la prossima settimana la protesta dei benzinai potrebbe essere anticipata a causa del maltempo mentre la FIOM ha annunciato lo sciopero generale per l'8 febbraio

Le notizie che ci arrivano dalla Sicilia orientale e da Gela in particolare ci parlano di una protesta che è già cominciata. Da ieri notte sono stati segnalati i primi presidi davanti lo stabilimento ENI e si prospetta un nuovo blocco del porto entro il weekend. Dopo la riunione di ieri coordinata da Mariano Ferro, l'altra anima della protesta, rappresentata da Morsello, ha annunciato per domani alle 11 una conferenza stampa presso l'Hotel Savoia di Monreale, in cui si parlerà della linea d'azione delle proteste e di come si sta tentando di estendere questa fase due della protesta agli altri gruppi attivi nel resto d'Italia.

Rispetto alla prima ondata di protesta, l'accusa nei confronti del Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è stato netto e deciso sin da subito. Dopo l'iniziale avvicinamento dell'MPA alle richieste dei Forconi, avvicinamento avvenuto soltanto al momento dell'apertura del governo Monti ad una serie di richieste fatte da Lombardo, i Forconi hanno ufficialmente chiuso qualsiasi canale di dialogo con il presidente Lombardo. La richiesta è quella di essere messi allo stesso tavolo con il governo Monti, in qualità di terza parte nel tavolo delle trattative.