I Commissari dell'Amia rispediscono al mittente ogni accusa e rifiutano ogni addebito. Con un comunicato stampa, gli amministratori straordinari dell'azienda preposta alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti, a Palermo, prendono le distanze da qualsiasi responsabilità presunta a loro addebitata. Questo quanto recita il testo virgolettato:
"I commissari straordinari di Amia hanno dimostrato alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Palermo, carte alla mano, che l'azienda aveva per tempo segnalato al Comune, con lettere e in occasione di incontri verbalizzati, l'impossibilità di erogare per intero gli stipendi di marzo, qualora l'amministrazione non avesse pagato almeno una parte delle fatture inevase del 2011 che ammontavano a 20 milioni di euro. Non avendo il Comune né provveduto né risposto, i commissari sono stati costretti a seguire le procedure di legge con le dovute comunicazioni ai sindacati, considerato anche che il mancato rispetto delle scadenze previdenziali avrebbe fatto decadere il Durc bloccando del tutto ogni possibilità di futuro incasso".
"Dunque, non sono stati i commissari a provocare questa situazione, ma qualcuno al Comune. Non va sottaciuto, fra l'altro, che l'unico pagamento sbloccato (dopo lo sciopero) relativo a fatture del 2011 si deve al coraggio di un dirigente che ha riproposto la determina per la seconda volta, obbligando così per legge il Comune a pagare. Segno che i soldi c'erano e che non si volevano erogare".
"Tutto ciò serve a circoscrivere l'attuale situazione ad un mero 'corto circuito' burocratico, ed è certo che la mafia non c'entra nulla. Va comunque ricordato che l'impegno prioritario dei commissari straordinari, sin dal loro insediamento, è stato quello di riportare correttezza, trasparenza e legalità nella gestione dei rifiuti a Palermo e di cacciare via le imprese mafiose. Impegno questo concretizzato con i fatti, in stretto e continuo raccordo con la Procura della Repubblica e il Tribunale fallimentare, che hanno controllato e avallato ogni scelta dei commissari. Per cui affermare che i commissari stanno favorendo interessi criminali equivale a dire che in questo disegno hanno come complici la Procura della Repubblica e il Tribunale fallimentare".
"Fa specie, invece, che certi sindacati si accorgano solo adesso di quanto denunciato da tempo dai commissari, ossia che vi sono enormi interessi economici, leciti e non, attorno al disegno di privatizzazione del servizio rifiuti a Palermo, tali da fare comprendere l'origine e la portata dei continui attacchi ai commissari di Amia, rimasti uno degli ultimi baluardi dello Stato contro questo progetto che è davvero trasversale".
Ha inizio una querelle? Non lo sappiamo. Quello che per certo invece sappiamo è che Palermo sta cercando lentamente di riprendersi da un'emergenza che, pr certo, non si è creata da sola.