Forse non esiste un censimento di tutti i palazzi storici e di tutte le opere d'arte di una città antica e misteriosa come Palermo. Una città in cui la crisi e la mancanza di una corretta pianificazione urbanistica lascia alcuni suoi cittadini senza un tetto, riscopre l'Hotel Patria. Merito del gruppo del Circolo Vella dei Giovani Comunisti che stamattina sono entrati ad occupare simbolicamente uno dei tanti palazzi di via Alloro lasciati marcire nel secondo centro storico d'Europa per estensione in chilometri quadrati. Mentre stiamo scrivendo è in corso la conferenza stampa che annuncia la rinascita, a tempo, di un pezzo di storia della nostra città.
L'ultimo progetto noto sull'Hotel Patria è quello del duo Di Cristina-Giacchino, pronti a trasformare lo stabile in disarmo in una residenza universitaria. L'attuale edificio è segnato da un insieme di interventi che hanno alterato l'impianto originario, di cui rimangono alcuni elementi significativi quali il portale, lo scalone, parte del colonnato del cortile. Una caratteristica comune a parecchi edifici del centro storico di Palermo, dove le manomissioni e le alterazioni hanno cambiato l'aspetto originario degli edifici e dell'ambiente urbano. Verso il 1875 il negoziante Paolo Briuccia, trasformò l'edificio in un "elegante albergo" seguendo il concetto che un palazzo non deve essere inteso come investimento a fondo perduto per soli fini rappresentativi, ma come produttore di reddito. Nel 1910 è citato fra gli alberghi di Palermo col nome di "Hotel Patria"; in tale periodo avvengono probabilmente gli ultimi interventi che caratterizzano l'attuale assetto dell'intero complesso. Il palazzo ha subito oltre agli interventi che ne hanno alterato in buona misura i valori architettonici, anche le distruzioni provocate dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale che distrussero tutta la zona portuale di Palermo.
Dopo 60 anni, i palazzi distrutti durante la seconda Guerra Mondiale sono stati in parte ripresi e restaurati. Quasi tutti. Il blitz dei Giovani Comunisti accende i riflettori su questo antico palazzo, hotel in cui i giornalisti del nord venivano ospitati durante gli anni di piombo e le guerre di mafia, ma l'Hotel Patria è stato lo sfondo di tante passeggiate di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che proprio in quel quartiere sono nati, Giuseppe Ayala, Roberto Scarpinato, Lucio Dalla, Gerard Depardieu, Mario Merola, Carlo Cecchi, Ettore Cittadini.
Un pezzo di storia che deve tornare a vivere, perché una città che dimentica il suo passato non avrà mai futuro.