Nel 2008, il pacchetto sicurezza del governo Berlusconi aveva tentato di arginare l'enorme mole di soldi pubblici stanziati a favore della difesa dei capimafia. Ma qualche tempo dopo, la Corte Costituzionale, etichettando la norma come troppo generica e confusa, mise un alt alla messa in atto della stessa e così, quella che poteva essere una reale conquista alla lotta alla mafia, rimase nel cassetto.
Gennaio 2011, la Corte d'Assise di Trapani, quasi con le mani legate, non può fare a meno di concedere i benefici del gratuito patrocinio, al boss Gaetano Virga, mandante del delitto Rostagno nel 1988, perchè il mafioso si dichiara nullatenente. Motivazione, il boss non dispone di denaro sufficiente a coprire le spese processuali in quanto si sconosce la destinazione del suo patrimonio confiscato.
Come ci dicono le inchieste, la cassa comune dei clan si occupa proprio del mantenimento dei detenuti e del pagamento delle loro spese legali.Perchè allora si permette in uno stato di democrazia, un'aberrazione tale? Perchè le parti civili sono costrette e schiacciate da un sistema giudiziario deviato a sobbarcarsi, oltre il carico morale anche quello economico?
Il vizio sta proprio all'origine. Gaetano Paci, che nel processo Rostagno rappresenta la pubblica accusa, sostiene :"La legge dovrebbe modificare il sistema dei controlli. I giudici non dovrebbero verificare soltanto la situazione del singolo, ma di tutto il suo gruppo mafioso di riferimento. Perché spesso, i prestanome del clan sono ancora in libertà, e su questi le indagini patrimoniali proseguono. I giudici dovrebbero accertare dunque i collegamenti che il capomafia imputato continua a mantenere con il suo territorio".Oltre all'evidente carie del sistema giudiziario falso, beffardo e contraddittorio, lo scandalo sta nel fatto che è davvero impensabile che lo Stato conceda il gratuito patrocinio ( beneficio di cui gode solo chi ha una soglia di reddito inferiore ai novemila euro) ai boss mafiosi quando, per mancanza di risorse economiche, le istituzioni non elargiscono alcun risarcimento alle vittime di mafia.Da quanto riportato si evince pertanto l'urgenza morale, etica e giusta, di modificare al più presto la legge sul gratuito patrocinio e dei suoi reali ed ultimi destinatari.Se non altro, sarebbe questo un modo onesto, civile e non schierato, di rendere giustizia ai veri deboli.