Un asse criminale legava le famiglie di cosa nostra siciliana a quelle romane. Un sodalizio consolidato, che è stato scoperto dagli agenti della Squadra Mobile di Roma.
All'alba di oggi è scattata una maxioperazione che ha portato all'esecuzione di 51 ordinanze di custodia cautelare. In campo, anche i reparti speciali, le unità cinofile e le pattuglie della polmare, coaudiuvati dall' alto con l'ausilio dell'elicottero.
La lunga indagine ha consentito di colpire quelli che venivano considerati i ''sancta sanctorum'' del crimine romano e siciliano. Sono state colpite le intere famiglie dei Fasciani, a partire dal capo indiscusso Carmine, a i fratelli Nazzareno, Giuseppe e Terenzio, e quella dei Triassi, Vito e Vincenzo, appartenneti alla nota famiglia mafiosa dei Cuntrera-Caruana, che da anni si erano trasferiti ad Ostia mantendnedo "un legame inscindibile con 'Cosa nostra siciliana".
È stato ricostruito come per quasi un ventennio i due gruppi criminali hanno intrattenuto affari e si sono spartiti il territorio in una sorta di pax mafiosa in base alle quale tutti potevano tranquillamente gestire i loro illeciti traffici. Della cupola mafiosa faceva parte anche un altro appartenente a Cosa nostra siciliana da anni stanziatosi a Ostia il quale era il terzo anello del gruppo di comando dell'organizzazione.