La Gesip Palermo S.p.A. e la Gesip Servzi s.r.l. rappresentano un progetto ambizioso, un progetto di reintegrazione sociale che in Sicilia non ha eguali, almeno sulla carta. Spesso però la Gesip, con una metafora infelice, viene accomunata ad un contenitore, un raccoglitore di personale che opera in maniera precaria ed insoddisfacente. Ma chi c'è dietro? Bella domanda.
Intanto, stamattina in conferenza stampa, alla Camera di Commercio di Palermo, tutte le sigle sindacali hano fatto quadrato attorno agli impiegati Gesip. Anche il Comune ha mandato i suoi emissari, ma nessuna soluzione, almeno a breve termine, è venuta fuori, e la fine di marzo è molto vicina. Gli attuali 1714 dipendenti di Gesip SpA sono attualmente così distribuiti: 154 staff uffici, staff collegamento e centri di lavoro territoriale, 45 settore manutenzione, 500 settore verde, 855 settore pulizia e custodia, 120 settore servizi cimiteriali e 40 canile municipale.
1714 dipendenti che rappresentano altrettante famiglie, con un futuro a termine. Per risanare e mantenere la Gesip sono necessari 70 milioni di euro all'anno, soldi che dovrebbero garantire un ritorno dai servizi. E qui arrivano le dolenti note. Ciò che si produce non viene mai reinvestito, e ciò che produce non è mai controllato. Oggi la Gesip ha in mano molti dei servizi indispensabili alla città e loro, gli operai, chiedono di essere controllati e seguiti. "E' vero - dicono alcuni dipendenti - alcuni di noi hanno un passato da ex detenuti, altri sono ex tossicodipendenti, altri ancora hanno trascorsi assolutamente normali, ma dovrebbero vederci lavorare. Noi siamo fieri del nostro lavoro, ci ha ridato dignità, e ne siamo consapevoli".
E poi uno di essi ci chiama in disparte. "Quando noi manifestiamo, scendiamo in strada, non lo facciamo per creare caos o disordini. Lo facciamo per tutelare le nostre famiglie. Io ho 44 anni, ho tre figli, una moglie che lavorava e con la quale avevo acceso un mutuo da 800 euro al mese, io ne guadagno mille. Me lo dice come faccio a campare adesso che mi amoglie non lavora più? Cerco di arrotondare con lavoretti anche il sabato e la domenica. Ma se non avessi questo potrei andare a rubare. Ecco, quando andiamo a manifestare è perchè siamo preoccupati ed incazzati, ma anche stanchi di essere presi in giro". Come dargli torto? Almeno loro hanno il coraggio di protestare e ci mettono la faccia, e parlano, accidenti se parlano. I Sindacati hanno annunciato l'apertura di un tavolo nazionale sulla questione ed anche noi incrociamo le dita per la Gesip, per quello che veramente potrebbe essere un fiore all'occhiello di questa città, ma dovrebbe essere gestito ad hoc e senza ingerenze politiche.