Ordine pubblico, questa è la motivazione che sta alla base della “presa in giro” a discapito degli oltre 1.800 lavoratori della Gesip di Palermo. Ormai una società dal destino segnato, con un capitale sociale completamente eroso dai debiti, ragionevolmente da chiudere, ma che il Comune di Palermo decide di tenere agonizzante fino al prossimo 21 aprile e considerando che si vota per le Amministrative il 6-7 maggio cioè dopo pochi giorni, è prevedibile un'altra micro proroga a “scarica barile”. Il Commissario Latella dichiara che “in casi di emergenza sociale non si può ragionale solo con la calcolatrice in mano” anche perché la calcolatrice, dopo pochi giorni passerà di mano... C'è sempre un buon motivo per non compiere atti di serietà sociale e amministrativa e anche questa occasione sembra essere persa. Infatti, ammesso che il prossimo sindaco di Palermo non sia il mago Zurlì, la Gesip proprio per rispetto dei suoi lavoratori andrà comunque chiusa, e in questi casi non servono le proroghe, ma i piani industriali e di reintegro occupazionale, una strategia di servizio e occupazionale seria e ponderata capace di scelte coraggiose e impopolari, ma capace di guardare in faccia la realtà e di riconsiderare il proprio modello di gestione delle società pubbliche.
Leggendo la delibera si scopre tra l'altro come alla Gesip siano stati affidati, da dicembre a marzo, servizi di cui manca qualsiasi atto ufficiale di perfezionamento per oltre 840 mila euro, somma che dovrà comunque essere pagata perché il “lavoro” anche se pure in maniera non ufficiale risulta essere stato comunque svolto.