Altre due vittime della strada al Foro Italico di Palermo. Non ce l'ha fatta Antonio Borriello, il giovane di 31 anni che era rimasto ferito in Via Messina Marine domenica scorsa in uno scontro tra la sua moto e un'auto. Dopo due giorni di agonia è deceduto al Policlinico di Palermo. Stessa sorte è toccata ad un pensionato di 70 anni, Saverio La Piana, investito da un centauro ieri nel lungomare del Foro Italico. L'uomo si è spento oggi all'ospedale universitario. Sono tante, troppe, le vittime di quella che è da molti ormai soprannominata la strada della morte. In qualsiasi ora del giorno e della notte, auto e moto sfrecciano ad altissima velocità. Ma via Messina Marine è famosa ormai per essere anche un luogo di perdizione. Di notte code di auto con uomini che attendono il proprio turno per un po' di sesso a pagamento. Prostitute di tutte le razze e di qualsiasi età rendono triste un luogo che fino ad un secolo fa era l'orgoglio di Palermo. Un lungomare che si estendeva dalla Cala fino a Villa Giulia e che proseguiva con zone balneari, come i bagni virzì, i bagni Italia, lo stabilimento Petrucci e i lidi dello Sperone.
Di tutto ciò si è persa traccia e si sta perdendo memoria.
Il prato, che aveva finalmente sfrattato i giostrai che da anni sostavano al foro italico, aveva in qualche modo rivalutato la zona del Foro Italico. Peccato che dopo la visita del Papa, quello spazio sia ridotto davvero male. Chissà se potrà mai tornare come era prima.
Così come il lungomare di Palermo, in onore del ricordo e della storia, ma anche per salvaguardare vite umane e per il decoro della città, ci piacerebbe tornasse all'antico splendore. Andrebbe migliorata la segnaletica stradale, installati altri semafori e impiantati autovelox. Bisognerebbe poi meglio controllare la zona, magari piazzando telecamere e inviando più spesso in ronda le forze dell'ordine, soprattutto di notte. Sarebbe poi il massimo se, superata Villa Giulia, si riuscisse a ritrovare il mare perduto, quello che parrebbe scontato in una città che si affaccia sulla costa. Ma l'inquinamento e il degrado, costringono i palermitani a spostarsi altrove, a Mondello, ad Isola, a Capaci, alla ricerca disperata di un fazzolettino di sabbia su cui poggiare il proprio telo. Ma fermiamoci qui, non vorrei passare per un sognatore o per un povero illuso.
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