Come si dice chi ben comincia è a metà dell'opera, così vuole il vecchio detto, ma la realtà è sempre diversa dal pensiero popolare. Partiamo da quello che c'è in pieno ottimismo: a) Rosario Crocetta è il nuovo presidente della regione siciliana. Uomo impegnato come amministratore e eurodeputato, paladino della lotta alla criminalità organizzata, meglio conosciuta come mafia, oggi chiamato all'impegno massimo di amministratore dell'intera regione. b) E' nato un nuovo apparentamento politico, primo nella storia repubblicana italiana, quello tra l'UDC (ex democrazia cristia e il PD ex partito comunista italiano) un'alleanza fino a qualche anno fa rientrante nella così detta “fanta politica”. c) C'è l'astensionismo, mai un presidente della regione è stato eletto solo con il 47% del consenso (Lombardo supero il 65% e prima di lui Tottò Cuffaro il 59%) d) C'è anche la risposta del del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che porta 14 deputati in parlamento e con essi un po' d'aria fresca. d) Presente anche il nuovo progetto autonomista della coalizione di Gianfranco Miccichè, che dalle prime indiscrezioni dovrebbe fare gruppo unico con il proprio Grande Sud e con il PdS, ex MPA, contando ben 15 deputati.
Questo è , se si vuole, quello che c'è, quello che manca però potrebbe pesare e non poco. Rosario Crocetta, conti alla mano, non ha con la coalizione che lo ha appoggiato la maggioranza parlamentare, sarà necessariamente costretto a un “apparentamento” con altre forze politiche. Cosa che certamente avrà anche dei retaggi nella composizione della Giunta di Governo. Gli assessori saranno tecnici specializzati o politici di coalizione?
Primi importanti nodi che il neo Presidente dovrà sciogliere, perchè una cosa certa c'è; la necessità della Sicilia e di tutti i siciliani ad vera una stagione di governo. La Sicilia è in ginocchio da troppi punti di vista, quello di cui ha assolutamente bisogno è di essere governata. Coraggiosamente, dove serve anche con scelte impopolari, ma sopratutto con grande senso di responsabilità. Le vecchie e nuove forze politiche dovranno dare prova di se e prima di abbandonarsi alle elucubrazioni dialettiche che, come ogni elezione, rendono difficile capire chi ha vinto e chi ha perso, ( a sentir loro vincono sempre tutti) dovranno capire che questa volta c'è in gioco di molto più che della maggioranza parlamentare. C'è in gioco il destino di ogni singolo siciliano, delle famiglie e dei giovani che ancora credono in questa straordinaria terra che è la Sicilia.
Presidente da parte mia il miglior auspicio di un “buon lavoro”
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