Otto milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Palermo, tra il capoluogo siciliano, Roma e Milano, nei confronti di due imprenditori palermitani attivi nel settore del trasporto marittimo internazionale di merci.
Le indagini sono state supportate dagli accertamenti effettuati nell'ambito di una rogatoria internazionale effettuata in Svizzera da parte dei magistrati della Procura di Palermo, con il supporto dei finanzieri, presso un professionista elvetico che ha curato gli interessi delle imprese siciliane nella costituzione della società caraibica con sede nelle Bahamas. I reati contestati ai responsabili delle società olandesi e palermitane vanno dalla appropriazione indebita, al riciclaggio e all'intestazione fittizia di beni, nonché all'emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, aggravati dalla transnazionalità delle condotte, in quanto commesse in più Stati.
L'operazione, diretta dai sostituti procuratori Claudia Bevilacqua e Calogero Ferrara si inserisce in un più ampio contesto investigativo internazionale che ha tratto le mosse dalle indagini svolte dal FIOD olandese, unità specializzata nel contrasto delle frodi finanziarie ed economiche, nei confronti di un'organizzazione transnazionale operativa in Italia e Olanda e con interessi ramificati in diversi Stati, facente capo a due imprenditori originari dei Paesi Bassi, i quali avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti di importi rilevantissimi, triangolate con società con sede in paradisi fiscali, al fine di permettere la fuoriuscita di capitali dai Paesi ove erano ubicate le società destinatarie delle fatture stesse.
L'inchiesta è coordinata a livello europeo dall'unità di cooperazione giudiziaria Euro Just, e ha fatto luce su come le due aziende palermitane, grazie all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 12 milioni di euro e alla contabilizzazione delle fittizie movimentazioni di denaro in queste documentate, abbiano potuto costituirsi all'estero riserve finanziarie occulte pari a circa 14 milioni di euro, trasferite su un conto corrente acceso presso un istituto bancario del Principato di Monaco formalmente intestato a una società off-shore con sede nelle Bahamas, ma risultato, di fatto, nella disponibilità dei titolari delle imprese palermitane.
Tre sono i sistemi con cui, nel dettaglio, questo meccanismo è stato realizzato.
Con il primo, in occasione della cessione di navi per il trasporto di idrocarburi da parte di una delle imprese palermitane, è stata fatta figurare una falsa intermediazione da parte di una società olandese che, per questo, ha emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti della prima per circa 3.400.000 euro, effettivamente incassati ma poi trasferiti, in virtù di un simulato accordo di agenzia, sul conto corrente di una società bahamense, risultata essere di fatto nella disponibilità delle imprese siciliane.
Con il secondo sistema, la stessa società olandese ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 10 milioni di euro nei confronti delle società palermitane in relazione ad una simulata joint-venture, che prevedeva la condivisione al 50% degli utili e delle perdite relativi alla gestione commerciale di tre navi date in noleggio dalle stesse società siciliane; anche in questo caso, in virtù di un simulato accordo di agenzia, la società olandese, una volta ricevuta la somma di denaro, l'ha poi trasferita sul conto intestato alla stessa società off-shore dianzi citata, acceso presso la medesima banca monegasca.
Nel terzo sistema infine, alcune società olandesi si sono fittiziamente inserite, sempre mediante fatture per operazioni inesistenti, nei lavori connessi ad un appalto per la costruzione di 12 navi presso i cantieri di una società coreana interamente eseguiti dalle imprese palermitane, incassando 1.300.000 euro a titolo di benefit da terze imprese fornitrici di servizi, che invece dovevano essere corrisposti alle società italiane; pure in tal caso, le somme incassate sono state poi girate sul conto corrente della società delle Bahamas di fatto riconducibile alle imprese nazionali.