A quando una concreta e visibile politica abitativa a Palermo? E' l'interrogativo che ieri mi sono posto partecipando ad una riunione di famiglie senza casa che in questo momento stanno occupando il Convento delle Benedettine del Monastero Sant'Andrea alle Vergini, in via Parlatoio, naturalmente vuoto, pulito e ben curato dagli occupanti, e sotto la vigilanza della Curia arcivescovile attraverso un commissario. Le otto famiglie alloggiate sono state espressamente invitate dal commissario, un sacerdote, ad andare via, pena lo sgombero forzato, perché l'edificio è proprietà privata. A nulla sono valsi gli inviti delle famiglie e delle associazioni, che da anni si occupano dell'emergenza abitativa a Palermo, a ripensare le parole di Papa Francesco che ha chiesto alle comunità ecclesiali locali di aprire i conventi per dare una sistemazione a chi ne ha bisogno. Ma al di là del grado di coerenza della Chiesa palermitana ai principi evangelici e alle esortazioni pontificie ciò che interessa è, piuttosto, il grado di consapevolezza del dramma che vivono migliaia di persone e della capacità d'intervento delle istituzioni che, ad oggi, appare abbastanza basso se è vero, come è vero, che esistono non uno ma parecchi casi di edifici occupati da senza casa e alto il numero di coloro non sanno cosa sia un tetto sopra la testa. A questi bisogna aggiungere i molti che rischiano di diventare dei senza tetto perché, avendo perso il lavoro, non saranno più in grado di pagare un affitto, seppure minimo. Alla riunione erano presenti alcuni consiglieri comunali che hanno parlato della difficoltà nell'assegnazione dei beni confiscati alla mafia, di una certa inadeguatezza degli uffici comunali preposti e assunto l'impegno di chiedere al più presto una convocazione del Consiglio comunale con all'ordine del giorno solo ed esclusivamente l'emergenza abitativa. Emergenza finora non affrontata dall'Amministrazione comunale con misure straordinarie e in tempi rapidi. Sappiamo, non da ora, che dietro il fenomeno delle occupazioni spesso si nasconde la criminalità organizzata, sappiamo anche, però, che ciò non può essere motivo per disinteressarsi di chi il dramma comunque lo vive davvero e sulla propria pelle. Certo, ripeto quanto scritto in altre occasioni, i tagli indiscriminati ed irresponsabili dei trasferimenti ai comuni ad opera dei governi nazionale e regionale, vedono come prime vittime gli ultimi, coloro che non hanno voce e che mancano del godimento dei diritti primari, come una casa, il cibo, un lavoro. Ma non è possibile consentire nella quinta città d'Italia che centinaia e centinaia di famiglie siano costrette a vivere in condizioni di illegalità o di estremo degrado. Non è possibile consentire che a Palermo qualcuno possa morire per strada assiderato, come accaduto recentemente, perché privo un riparo degno di tal nome.
Pippo Russo