L'intero quartier generale del Movimento dei Forconi è arrivato questa mattina a Palermo e ha tenuto una conferenza stampa sui generis, a piazza Politeama, all'aperto.
Ci teneva Mariano Ferro, il leader, a spiegare il perchè non fossero intervenuti alle commemorazioni in onore delle vittime di mafia, del 23 maggio, e l'ha fatto.
"Qualcuno - ha esordito - ha voluto strumentalizzare le nostre dichiarazioni. Avevamo detto che avremmo protestato contro Monti e Napolitano, che avremmo dato loro il nostro benvenuto, che la commemorazione di chi ha sacrificato la propria vita nel nome di un ideale era importantissima, come avevamo detto che i morti di mafia si dovrebbero onorare per 365 giorni all'anno.
Ebbene - ha proseguito Ferro - ci è stato detto che se fossimo arrivati a Palermo per protestare, minimo ci saremmo beccati una denuncia". Questo lo sfogo del leader maximo dei Forconi, uno sfogo amaro e risentito. Certo, in un Paese democratico si può disquisire sull'opportunità di una protesta nell'occasione di una commemorazione, ma se la protesta è verbale e non scantona in altro, nessun veto può essere posto da alcuna istituzione.
In un Paese in cui esistono la libertà di pensiero e di opinione, la libertà di parola e quella di manifestare, si chiamino Monti, Napolitano, Berlusconi o Bersani o Casini, possono comunque essere criticati a voce nella pubblica piazza. Se le cose stanno così, ci lasciano un pò perplessi. Ieri, di passaggio da Marineo per andare a Corleone, la carovana del Presidente della Repubblica è stata sonoramente fischiata dalla gente.
I Forconi hanno annunciato che una decisione civile e rispettosa è stata presa. Il rinvio dei cinque giorni di sciopero nazionale del trasporto su gomma, a causa della calamità che ha colpito l'Emilia Romagna, sarà rispettato anche dai Forconi, i quali però si preparano ad un mese di luglio molto caldo. "Aspettiamo che ai siciliani arrivi l'Imu - hanno detto - Noi non possiamo pagarla e come noi tanti altri conterranei. Se per i primi di luglio Calabria e Campania non vorranno aderire alla nostra protesta, vorrà dire che faremo da soli. Ma invitiamo i siciliani a riflettere.
Ci stanno riducendo alla fame ed alla disperazione e noi, dopo una vita di lavoro, non ce ne staremo con le mani in mano".