Ha scelto una domenica di dicembre per andare via il prete coraggio dello Zen, che tanto ha lottato per togliere a quel quartiere, da lui tanto amato quanto odiato, l'etichetta di quartiere a rischio dove tutto è solo mafia e criminalità.
Padre Domenico Gallizzi, parroco a san Filippo per 28 anni, denunciò l'assenza delle istituzioni :"Allo Zen, soprattutto allo Zen2, c'è una repubblica autonoma – diceva – il regno dell'abusivismo in tutti i sensi, dove anche il potere è abusivo. E' indecoroso che per avere servizi essenziali ci si rivolga alla mafia. Questi mafiosi rendono un servizio, e in cambio di questi favori si deve essere disposti a tutto, anche a diventare manovalanza per la mafia".
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha espresso "profondo cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia e alla comunità parrocchiale".
I funerali si terranno martedi alle 9,30 al Don Orione di via Ammiraglio Rizzo.
Chi era Don Gallizzi ve lo raccontiamo attraverso le parole scritte da Francesco Vecchio dell'associazione Amici dell'Agape – Natale D'Amico che con il parroco andò in giro per lo Zen:
"Lo ZEN, il famoso o famigerato Zen, è stato sempre il centro dell'indifferenza e della ilarità dei palermitani ; lo Zen oggi non richiama più così, dopo lunghe lotte, si chiama S. Filippo Neri ma, come sostiene Don Gallizzi, "a che serve cambiare se la realtà resta la stessa ?".
Il quartiere si compone di 25.000 abitanti (15.000 allo Zen2 e 10.000 allo Zen1); dominando Palermo dall'alto si scorge la contraddizione tra i maestosi (si fa per dire ) palazzoni gialli e le nuove costruzioni con il tetto rosso adibite a residence che costano troppo e, vista la zona, sono difficilmente appetibili.
Non è il caso di imbrodare con retoriche parole l' attività di Don Gallizzi : la sua opera la conosciamo tutti. Quando arrivò trovo il vuoto, la mancanza di fognature, luce , ecc.., guidò cortei di mamme e bambini a minacciare di fare la pipi' sui muri del Municipio se il Sindaco non si fosse attivato.
In questo quartiere si è ripetuto quanto avvenne a Borgo Nuovo con il trasferimento delle popolazione dal Centro Storico e Don Gallizzi fu costretto a frenare i fenomeni di rivalità presto, trovandosi in mezzo alle sassaiole, per pacificare i cittadini di piazza XIII Vittime (che volevano la festa di S. Nicolò) con quelli della Kalsa (che volevano omaggiare un altro santo); egli si inventò la festa della Madonna da tenersi a Maggio, perchè questa unificava e contentava tutti.
Ma non ci sono solo beghe di bassa lega allo Zen. Da qualche anno è sorta anche una Associazione ONLUS, denominata "Lievito", che impegna i i bambini con attività ludiche e ricreative, attraverso l'opera costante delle Suore della Carità; ed è sorta pure l'associazione DIA " Donne insieme associate " ed una ventina di altre associazioni.
Perlustrando il quartiere con Don Gallizzi abbiamo visitato la palestra dove, ad accoglierci, c'era un enorme scarafaggio; qui è stato fatto, dopo tre anni, un allacciamento provvisorio ma i muri sono fradici e i bagni sono stati fatti con un mezzo contributo della Caritas Diocesana.
Nell' "Oasi verde " c'è una attività per disabili, ci riferiscono Suor Luisa e il parroco della Zisa, Maurizio Francoforte e nell'Oasi sono attive altre suore.
Ma il vero miracolo è la nuova Chiesa realizzata in tre anni, inagurata dal Card. Pappalardo, tra folle "oceaniche", mentre il nuovo Arcivescovo, ci dice con una punta di rammarico Don Gallizzi, si è visto poco.
Le statue della Chiesa erano ospitate al Foro Italico ma ora fanno la loro bella figura qui, nell'ampio cortile esterno; all'interno c'è un bassorilievo di S. Filippo Neri che da Firenze va a Roma per fondare un oratorio, ma c'è anche un organo elettronico e un degnissimo presepe.
All'esterno un'imponente croce in travertino, in ricordo del Giubileo; la vecchia Chiesa è stata abbattuta, ma dove c'era l'altare ora c'è una statua della Madonna circondata da fiori...."