La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha sequestrato beni per 400mila euro riconducibili a Giovanni De Simone, 50 anni, ritenuto esponente del clan di Brancaccio, ma intestati formalmente alla figlia.
I sigilli sono stati apposti a due aziende: una del settore dell'installazione e gestione di slot machine presso pubblici esercizi e il bar Ramses II di via Tasca Lanza. Proprio con il bar, secondo gli inquirenti, l'imprenditore intendeva riprendersi quote di mercato, conquistate grazie all'intimidazione mafiosa, alle quali aveva dovuto rinunciare dopo una precedente confisca.
De Simone, già coinvolto nell'operazione "Gratta e vinci", si è occupato in precedenza anche della distribuzione e imposizione dei biglietti legati alle lotterie istantanee agli esercizi commerciali del quartiere di Brancaccio. L'uomo aveva già subito una confisca del valore di oltre 2.500.000 di euro. Le nuove indagini patrimoniali condotte dalla Sezione Patrimoniale dell'Ufficio Misure di prevenzione della questura hanno permesso di accertare l'esistenza di due nuove attività commerciali, formalmente intestate alla figlia diciottenne. De Simone, dunque, aveva intenzione di riavviare, attraverso l'utilizzo di un prestanome, aziende e attività nei settori di sempre.
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