Di seguito pubblichiamo il testo di una lettera inviata stamani al Cardinale di Palermo, l'Arcivescovo Paolo Romeo, da Maria Caruso, dipendente della Ecolife, azienda che si occupa delle pulizie degli autobus dell'Amat. Ieri, appresa la notizia di un probabile accorpamento di Ecolife alla partecipata Gesip, alcuni operai della ditta di pulizie, per protesta erano saliti sul tetto dello stabilimento Amat di via Roccazzo.
Di seguito la lettera, accorata, della lavoratrice all'Arcivescovo di Palermo:
Eminenza, chi Le scrive è una figlia della Chiesa di Palermo, che da anni presta il servizio presso Amat di palermo occupandosi, con altri 40 colleghi, della pulizia degli autobus e che
sta notte, in nome di tutti i colleghi che temono per il futuro occupazionale e che stanno manifestando sul tetto dello stabilimento Amati di via Roccazzo, ha sentito il bisogno di unirsi ai tanti palermitani che, con fede, si sono recati in pellegrinaggio
verso il santuario dalla nostra Amatissima Patrona Santa Rosalia.
Sono certa che durante l'acchianata la nostra santuzza ha ascoltato il mio grido di dolore, il dolore di una madre e di una moglie che ha appena appreso della possibilità che possa perdere il posto di lavoro a seguito di un riordino proposto dal comune di
Palermo che vorrebbe che i servizi, per i quali da 15 anni,vengano affidati ai lavoratori della Gesip. Da cittadina che paga le tasse, che ha sempre lavorato onestamente, che non ha mai rubato un solo centesimo, da madre di famiglia, lavoratrice, nonché a nome dei miei
colleghi, non voglio arrendermi davanti al fatto che, oggi, in una società che si pregia di essere democratica, ci siano malati di serie A, malati di serie B e malati terminali con la sorte segnata e, quel che è peggio, lasciati morire da soli.
Eminenza,
mi rivorgo a Lei per chiederle solidarietà, per chiederLe di unirsi alle nostre preghiere e intercedere con la Santuzza affinché, così come ha scacciato la peste da Palermo, salvando i cittadini, possa fare un nuovo miracolo e salvare noi e i nostri figli dal "cancro" della disoccupazione"'
Ella, siamo certi, provvederà.
Maria Caruso