News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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  • CATANIA (ITALPRESS) – La prossima estate Delta Air Lines lancerà un nuovo volo nonstop tra Catania e New York-JFK. La pluripremiata compagnia aerea statunitense opererà il collegamento diretto fra le due città su base giornaliera, a partire dal 22 maggio 2025. Il nuovo volo offrirà ai passeggeri anche la possibilità di continuare il proprio viaggio […]

  • PALERMO (ITALPRESS) – Un incontro con la stampa per fare il punto sulla cooperazione tra Italia e Francia e sulle attività operative sia vigenti sia in fieri: questo l’obiettivo della visita del comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale di corpo d’armata Teo Luzi, e del direttore generale della Gendarmeria nazionale francese, generale Christian Rodriguez, al […]

Dinanzi al cadavere del senza tetto una domanda: carità o giustizia?

 

Una di quelle notizie di cronaca che durano un niente e che sovente, quando vengono lette, lasciano un fugace senso di impotenza come se, alla fin fine, fossimo abituati ad eventi del genere. E dall'abitudine all'indifferenza il passo è breve. Un senza tetto muore nella più totale solitudine, per il freddo, in una delle grigie strade di Palermo, ma poteva essere Milano, Torino o Napoli, è lo stesso. Coperto da cartoni e teli ha cercato di resistere al gelo notturno. Ma il gelo, forse, lo aveva ormai nelle ossa, nell'anima. Non possiamo descrivere una vita che non conosciamo, nemmeno il nome possiamo scrivere, probabilmente si saprà presto. Un uomo un nome deve pur averlo anche se un uomo dimenticato e solo. Non proprio solo, come spesso accade pare che a fargli compagnia ci fossero dei cuccioli di cane cui non importa se il loro padrone è ricco e potente, povero e ultimo. Non sappiamo cosa sia successo nell'esistenza di questa persona, usiamola questa parola, e quali siano state le sue scelte, se scelte ha potuto compiere. Si può morire così nel XXI secolo? Si, si può se qualcuno ne dubitava ancora. Adesso si dirà che siamo tutti responsabili, che è il tempo in cui viviamo colpevole di tanta crudeltà non voluta. Oppure ci si scaglierà contro le pubbliche istituzioni che dovrebbero provvedere all'assistenza di chi non può aiutarsi da sé. Vere entrambe le cose. L'unica certezza è che non riusciamo più ad indignarci, non riusciamo ad uscire dalla prigione della rassegnazione o delle nostre inutili e frettolose distrazioni per dire basta a tutto ciò che non va, e non perché c'è una crisi che ci sta devastando, una giustificazione la si trova facilmente in ogni epoca e momento storico, ma perché il nostro cuore è divenuto insensibile e la nostra coscienza è stata resa muta. E' da tempo che alla carità preferisco la giustizia. Perché la carità, comandamento evangelico che rispetto, giunge alla fine e non interroga le responsabilità, anzi gratifica, pure il mascalzone, il mafioso, che "fa la carità"; la giustizia opera a monte, si rivolge alla comunità e non al singolo, ti chiede conto di ciò che hai o non hai fatto, nel bene e nel male, secondo il tuo ruolo nella società, per migliorare le condizioni della collettività e dare ad ognuno il suo, e se sei un mascalzone, un assassino, un corrotto, t'inchioda. In questo senso, quindi, la colpa non può che essere nostra. Nostra non per non avere impedito la morte del senza tetto in una notte di Natale, soprattutto per non avere impedito che si consumino, ogni giorno, troppe ingiustizie, per avere abbandonato il dovere della rivolta, per avere rinunciato a difendere diritti e dignità di ogni uomo, di qualsiasi razza, colore, religione, condizione sociale, tendenza sessuale, primi tra tutti quelli al lavoro, al cibo e ad una casa, al calore solidale sostanziato di giustizia e non di carità pelosa. Questa è la nostra colpa.

Pippo Russo