L'accusa è di omicidio colposo. A perdere la vita la tragica notte di capodanno del 2010, Debora Tilotta che aveva 17 anni. Stamattina è arrivata la condanna dal gup di Palermo Michele Alaimo, ad 1 anno e otto mesi per Giovanni Sirchia, zio della ragazza.
L'uomo stava accompagnando la nipote ad un veglione a casa di amici. Erano a bordo di Honda 125. La moto percorreva la via Cesare Brandi, nei pressi del velodromo, quando all'incrocio con via Trapani Pescia si scontrò con una Fiat Panda guidata da una donna; a bordo c'erano anche i figli.
Debora, figlia di un vigile della sezione Motorizzata, fu sbalzata dalla sella e morì sul colpo dopo aver violentemente battuto la testa sull'asfalto. Il suo corpo venne ritrovato a 30 metri di distanza dal punto d'impatto dei due mezzi. Lo zio venne trasportato al reparto di rianimazione di Villa Sofia.
In un primo momento le ipotesi più accreditate furono quella dell' alta velocità e dell'attraversamento con il semaforo rosso. Nessun testimone però, poté confermare o smentire le versione di Sirchia e della conducente dell'altro autoveicolo.
La perizia disposta dalla Procura adesso ha portato ad escludere comunque che la causa sia stato il passaggio con il rosso di una delle due parti in causa. Verificato lo spazio di frenata, la posizione finale dei due veicoli e anche del corpo della giovane, il perito ha potuto verificare il momento in cui c'è stata la percezione del rischio. Percezione arrivata troppo tardi e dunque troppo poco il tempo per poter deviare ed evitare l'impatto. L'alta velocità ha fatto il resto l'Honda, viaggiava a circa 100 Km/h, la Panda invece ad una velocità di 38 km/h. Escluso il concorso di colpa.
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