Palermo. Tra poche ore ad Agrigento la commemorazione delle vittime del naufragio avvenuto a Lampedusa il 3 ottobre scorso, ma non mancano le polemiche.
Inizialmente per i 366 migranti che hanno trovato la morte nello specchio d'acqua antistante Lampedusa erano stati annunciati i funerali di Stato. Decisione poi annullata e sostituita da cerimonie 'in tono minore' nei singoli comuni siciliani.
Oggi a San Leone la commemorazione. Ma le voci di protesta non mancano.
Se lo stesso sindaco di Agrigento ha annunciato la propria assenza parlando di una 'passerella per politici', cittadini e associazioni si mobilitano.
Da Palermo partirà un nutrito gruppo di persone che definiscono "la cerimonia istituzionale è tardiva e ipocrita". L'appuntamento è per le 13, alla stazione Notarbartolo.
L'iniziativa è di Jodit Abraha (comunità eritrea-etiope Palermo)- Osservatorio contro le discriminazioni razziali Noureddine Adnane- Laici Missionari Comboniani Palermo- Salesiani S.Chiara Palermo-Comitato Antirazzista COBAS- Laboratorio ZETA- Borderline Siciliaonlus- CGIL- CISS ong- ARCI.
"Andremo ad Agrigento - si legge in una nota - per denunciare l'ipocrisia dei rappresentanti istituzionali e la gestione autoritaria delle ultime emergenze connesse al dramma vissuto dalle famiglie degli annegati e dal popolo siciliano solidale e a lutto".
"La presenza dei politici - spiegano - sarà una vera e propria irrisione al lutto dei congiunti delle vittime.
I corpi degli annegati degli ultimi naufragi sono stati dispersi nell'intero territorio siciliano e moltissimi sono già stati fatti inumare senza che i familiari e gli amici accorsi da tante parti del mondo e gli stessi sopravvissuti al naufragio potessero salutarli. La Prefettura di Agrigento, che ha coordinato tutta l'operazione su disposizione dell'autorità governativa, ha negato anche ai parenti la semplice informazione sui luoghi di sepoltura impedendo loro di poterli raggiungere e di raccogliersi sulle tombe dei propri cari, sostenendo che si tratta di 'dati sensibili'. Le autorità preposte oggi frappongono all'identificazione da parte dei parenti dei defunti impedimenti burocratici".
"La fretta di fare scomparire quei corpi - aggiungono - sembra dovuta alla fretta di dimenticare, forse per paura che la parte migliore di questo paese, come ha già cominciato a fare, si rivolti finalmente contro decenni di politiche omicide che insultano le nostre coscienze e chieda un cambiamento profondo e reale. Ci uniamo alla denuncia della sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, riguardo la 'confusione' e i 'ritardi' con cui sta così colpevolmente avvenendo l'ultimo scempio dopo la tragedia".