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Cultura e Teatro. Al Massimo la Traviata

 

Traviata al Teatro Massimo: Attesissima l'opera di Verdi che chiude la commemorazione del compositore per la stagione del teatro Massimo:

Violetta  interpretata dalla soprano Desiree' Rancatore  ha suscitato le forti emozioni  per l'ottima prova fornita dall'artista che ,ben immedesimata nel ruolo,ha ricevuto ovazioni  da un pubblico attento e molto competente: quindi  aspettative soddisfatte anche per le arie tra le piu'conosciute  delle opere liriche quali Croce e delizia,Amami Alfredo,canticchiate dagli spettatori insieme ai protagonisti.
 Nell'allestimento del  Teatro Regio di Torino  e del Santa Fè Opera festival porta la firma del celebre regista Laurent Pelly  ripresa  ben diretta dal giovane ma esperto Matteo Beltrami sul podio per la regia  di Anna Maria Abbruzzese che si è adeguata  alla trascrizione originale ;
Il sogno si è realizzato ci dice la Rancatore,sogno inseguito per anni amando il personaggio della Valery e ben dentro il suo ruolo che mette in evidenza il virtuosismo canoro dell'artista:Piccolo inciso di cronaca "la prima al teatro La Fenice di Venezia fu considerata un fiasco dallo stesso Verdi che modificando la partitura originale e con un cast adeguato ebbe il grande riconoscimento che ancor oggi il pubblico le riserva:
La Traviata porta in scena un soggetto di rottura con la tradizione del melodramma italiano  dopo Rigoletto e Trovatore :ispirato al romanzo La Dame aux camelias di Dumas tratta della storia della "lorette" piu' famosa ai tempi di Luigi Filippo ,Alphonsine Plessy tra balli, boudoir e bons vivants con le donnine di buona disponibilita' mantenute e prostitute in una Parigi mostruosa e cimiteriale che consuma e stravolge le vite dei personaggi:
 
Poco incline alla retorica della malattia che attanaglia Valery senza colpi di tosse e debolezze la regia ci concede una Violetta colta e consapevole del dramma che vive e ne rivela la sensibilità nella consapevolezza di una vita falsa che poco concede ai valori impregnata di ipocrisia.Il suo amore per Alfredo   e la negazione dello stesso quale sacrificio offerto al padre  Germont la colpevolizzano ma nel conflitto la rendono vera e onesta  forse piu' delle brave filles de famiglia della buona borghesia dell'epoca .Scarna ed essenziale la scenografia  con il difficile compito di genertore semiotico:così un palcoscenico puo avere piu' palcoscenici,divenire prato per uno dei moment felici di  Violetta,sala delle feste,casa di Violetta morente o Cimitero di Montmatre:In questo il pubblico  non ha creduto perchè un po troppo cervellotica e troppo inutilmente intellettuale.E' uso oggi cambiare scene e costumi ,ma riteniamo che un'Opera  per sua natura è un classico  e per la sua peculiarità mal  si presta a stravolgimenti.....insomma il pubblico voleva i saloni delle feste,i tavolini dei bistrot,e le atmosfere dell'epoca senza dover ricorrere alle spiegazioni  dei possibili competenti 
Rappresentazioni fino al 30 Novembre
 
di PAOLO SANTORO