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Crocetta fa il suo ingresso nelle stanze dei bottoni. ''Siamo qui per fare gli interessi pubblici''

"Noi nel Palazzo ci siamo adesso e faremo gli interessi pubblici, non rese dei conti sommarie". Rosario Crocetta lo dice gonfiando il petto, quando già è caduto quel velo di apprensione che ha accompagnato per qualche minuto la sua prima uscita pubblica da presidente in carica della Regione siciliana. Una mezza giornata, coronata da una conferenza stampa, per prendere confidenza con ciò che lo attende nei prossimi cinque anni a palazzo d'Orleans. L'ingresso nelle stanze dei bottoni per Crocetta è stato spiazzante, la macchina regionale è difficile da guidare e lui si è messo subito al volante perchè l'adrenalina soppiantase l'evidente emozione.

Stamattina la proclamazione da parte della Corte d'Appello di Palermo, a cui il neo presidente non ha potuto presenziare perchè impegnato a Gela in una manifestazione antiracket, quindi l'arrivo nelle sale che furono di Raffaele Lombardo. I due hanno avuto un incontro, per poi arrivare insieme in sala stampa e dare ai fotografi l'immagine del passaggio simbolico: una stretta di mano e uno scambio di cadeau. Da lì inizia il momento di Crocetta, con tutti gli occhi e gli obiettivi puntati addosso.

"La nostra sarà una Regione a sette stelle, altro che cinque". Con questo slogan Crocetta dà il via al suo one man show, facendolo diventare il leit motiv della conferenza stampa. Il tempo per la battuta, e subito si passa ai primi provvedimenti voluti dal presidente nelle poche ore passate a Palermo. Infatti sono stati stanziati 38 milioni di euro per risolvere la vertenza dei "forestali", più 42 milioni per i Comuni siciliani senza dimenticare l'impegno di 500 milioni in cinque anni per l'emergenza rifiuti nell'Isola.

"Ma dove li prendiamo questi soldi?". Crocetta va di arte retorica, si fa la domanda per rispondere di lì a poco, precisando che con la spending review che verrà, "ci sarà un risparmio di 1 miliardo e mezzo". E via a snocciolare la lista delle criticità da risolvere, dagli enti locali alle società regionali, dalle spese dell'Ars e quelle di rappresentanza.

"Le auto blu saranno gestite in car-sharing da tutti gli assessori, così presto sceglieranno di usare la macchina privata". Crocetta inizia a riprendere verve. "Troppe le undici sedi per l'Istituto autonomo case popolari, sono un bottino della politica", dopo questo primo esempio di rimodulazione della spesa si passa alla "riduzione degli uffici del presidente"  - con il capo di gabinetto già individuato nel nome di Enza Cilia -, al budget per le missioni dei parlamentari che verrà snellito "del venti per cento", al trasferimento di competenze delle "tredici società regionali in liquidazione da anni ma che producono ancora debiti", all'Assemblea "macchina di costi indicibili".

Per i pezzi forti Crocetta aspetta che l'uditorio si scaldi, con tempi scenici perfetti: "Decadranno tutte le consulenze esterne in corso. D'ora in poi le consulenze saranno eccezione e non regola". Quindi rilancia annunciando che "a tutte le aziende che hanno a che fare con la Regione saranno richieste a tappeto le informative antimafia".

Quando ormai il motore è caldo, arrivano le domande a proprosito della giunta, di cui Crocetta tiene a precisare che gli unici componenti certi sono Franco Battiato e Lucia Borsellino, che le è stata accanto per tutta la durata dell'incontro, e alla quale il presidente annnuncia di volere dare la delega da assessore alla Sanità "oggi stesso". Per il resto, non vuole farsi mettere fretta. "Se ci vorrà una settimana per completare la giunta, me la prenderò tutta", assicura Crocetta scandendo bene, mentre in platea siedono i big regionali democratici Giuseppe Lupo e Antonello Cracolici.

Rimane giusto il tempo per l'ultimo titolo consegnato ai cronisti: "La Sicilia dei privilegi diventerà la Sicilia delle leggi". Crocetta dixit.