L'Azienda Siciliana Trasporti è costretta a fare i conti con la crisi della Regione Siclia, del rincaro dei prezzi del carburante e con il taglio del 20% delle corse, sempre più pendolari sono in difficoltà.
Oltre a curare i trasporti nelle varie province siciliane l'AST ha garantito finora il trasporto urbano in 17 centri minori dell'isola ma il piano di ristrutturazione aziendale sta falciando sempre più un'azienda storica e fondamentale per il trasporto dei pendolari. Una crisi che parte da lontano e che sembra essere destinata ad una difficile soluzione.
Già ora alcune compagnie private operanti nel settore hanno scavalcato nettamente la storica azienda trasporti regionale, tramite contratti di lavoro giornalieri e sensibili aumenti nel costo dei biglietti per i passeggeri. Molti pendolari diretti in provincia di Palermo segnalano sempre più disservizi causati dalla mancanza di carburante nei depositi di giacenza.
Paradossalmente, alcune corse dei pullman vengono letteralmente fatte saltare all'ultimo minuto e senza preavviso, per poter garantire le tratte degli orari più trafficati e gestire al meglio le scorte di carburante. Ma cosa sta accadendo?
L'AST fino a dicembre scorso vantava crediti presso la Regione Sicilia per una cifra pari a 34 milioni di euro. Ad erodere questa cifra di sicurezza sono bastati i debiti accumulati fino ad una cifra di 18 milioni di euro, ritardi nei pagamenti degli ultimi stipendi del 201, ben 800 autobus obsoleti che vengono mantenuti in corsa grazie a costanti operazioni di manutenzione e la fuga dei distributori, non più disposti a concedere prezzi "all'ingrosso".
Gli autisti dell'AST sono quindi costretti a mettersi in fila ai comuni distributori e a pagare per conto dell'azienda cifre insostenibili per il rifornimento di carburante. L'azienda cercherà intanto di risparmiare qualcosa grazie al nuovo bando sull'assicurazione degli automezzi