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Cosa annoterebbe nei suoi taccuini oggi Van Dyck su Palermo?

 

Panormus, la Cala, " a' vucciria" dell'allora Bocceria Vecchia, flussi di mercanti stregati dalla luce della città prodiga e accogliente, l'europa in un quartiere come fosse la capitale del Mediterraneo, la porta scriverebbe Fernad Braudel, i suoi palazzi e le sue chiese, le fontane e l'acqua proveniente dalla fonte della Averinga e in mezzo quel "vuciare" continuo ed infinito come il tempo che ci divide da quei momenti magici mentre forestiero tra i forestieri, giunge a principio della primavera del 1624 a Palermo, il pittore di luce fiamminga Anton Van Dyck per ritrarre il volto luminoso del trentaseienne Viceré Principe Emanuele Filiberto di Savoia, una manciata di mesi prima che la peste dilagante mieta tra migliaia di cittadini anche la vita dell'ottimo principe!

Abitava accanto la chiesa di Santa Maria di Porto Salvo al Cassaro Van Dyck, quando ancora il mare lambiva le mura spagnole ed il mediterraneo lo potevi toccare con mano tra le galee che scaricavano tutto il mondo possibile.

Lui, il pittore della Nostra Santuzza, la Rosalia che inghiottirà quella peste tremenda e veloce, esposta oggi al Metropolitan Museum of Art di New York, lui, non è difficile immaginarlo sentirsi come a casa, attorniato da dialetti cosmopoliti,inabriato da quella luce e da quei profumi intensi d'ogni genere e provenienza, "Stand by me" sembra suggerirci, "seguimi" mentre annota comportamenti e disegna a carboncino tutto nei suoi preziosi taccuini, centoventi anni dopo Caravaggio sempre qui tra quelle strade e piazze da cui senti il mare parlare mentre accanto a lui passano prodotti e storie di ogni genere, i condannati eretici in direzione del tribunale dell'inquisizione allo Steri, Preti e monaci Gesuiti e Carmelitani, banchieri pisani e mercanti amalfitani e catalani, genovesi e veneziani, vergini e puttane si contendono i figli prediletti e più ambiti del rione e in sottofondo ancora quel vuciare, necessario ed intenso, interminabile, sensuale, segreto, vivo.

Cosa annoterebbe nei suoi taccuini oggi Van Dyck?

Lo colpirebbe di più il degrado delle rovine composte e dignitosamente silenti, fatte di pietre ancora capaci di parlare, oppure il degrado di una politica incapace di dare risposte concrete e puntuali, priva di passione e visione, che lascia distruggere la fontana del Garraffello dai tubi metallici lì deposti come "munnizza" (che per inciso non assolvevano alcun tipo di sicurezza statica già prima del crollo) che lascia deperire il suo cuore pulsante mentre 40 sono i milioni di Euro (fonte Deputata regionale Claudia La Rocca) che attendono di essere spesi per generare lavoro e sicurezza nei nostri storici quartieri?

Cosa dipingerebbe oggi Van Dyck, quale "passione" ci porterebbe a guardare?

Rivedrebbe in quei luoghi ancora poesia o semplicemente quei "resti restati" dalle bombe del 1943?

Eppure sento, che la storia della vucciria, che il suo futuro,mai come prima e forse per la prima volta non sia ancora scritto, che qualcosa finalmente si stia muovendo nelle coscienze, che la chiave stia nell'opportunità di sviluppo che tale situazione rappreswenti. La gente comprende quanto si sia davanti l'ultimo atto, che la nostra identità non è in vendita!

Ha fatto meno danni la peste mentre Van Dyck dipingeva l'illuminato sovrano, che questa classe politica immobile!

E proprio i politici? Dove sono, cosa fanno?

Hanno compreso l'opportunità che gli si è parata davanti? Che il recupero della Vucciria sarà il pane per le famiglie di operai e tecnici che potranno lavorci nei prossimi dieci anni? Che devono far partire subito analisi e rilievi per iniziare i lavori di restauro già a principio dell'estate con i 40 milioni di euro di cui sopra?

Si puo fare! Ma serve la politica con la P maiuscola, ne ominicchi ne quaquaraquà parlanti!

Hanno capito che si è sfiorata la strage di ragazzi solo dieci giorni fa?

Ci siete?

O ci fate?

Abbiamo indicato le strade virtuose da poter intraprendere!

Il prossimo monumento distrutto o abbandonato, il prossimo edificio caduto all'improvviso sarà solo colpa vostra, della vostra mancanza di slancio e di vision, dell'inabilità a pianificare per tempo.

Qui, in mezzo al mercato abbandonato,attraversato e respirato da Renato Guttuso per anni prima di dipingerlo, qui, sta ancora "l'Oro di Palermo": Il Genio di Palermo,Palazzo Mazzarino Merlo, Casa e chiesa di Sant'Eulalia, Palazzo Ramacca, Palazzo Sperlinga, e abbandonate le chiese della Madonna del Lume e di San Sebastiano, le piazze Caracciolo, del Garraffo e Garraffello appunto!

Sindaco, non lasci morire la Vucciria! Sappia guardare al nostro plendido e glorioso passato e sappia produrre bellezza, quella bellezza sicura di cui abbiamo bisogno!

Non lasci imbarbarire oltre modo, lo spirito di comunità di Panormus, la Porta del Mare Nostrum!