Quella che stiamo vivendo è una "recessione senza precedenti" e nel 2013 la situazione non è destinata a migliorare, con nuova flessione del pil attesa nell'ordine dell'1,8%, e della domanda delle famiglie dell'1,7%, mentre gli investimenti in macchinari e attrezzature potrebbero diminuire dell'1,6%.
È quanto emerge dalla presentazione del settimo numero CongiunturaRes, pubblicazione dell'Osservatorio Congiunturale della Fondazione Res.
Lo scenario di previsione, – online su www.congiunturares.com – con un focus dedicato all'analisi dei processi di apprendimento e del capitale umano a livello regionale è stato presentato oggi presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Palermo alla presenza di Antonello Miranda, preside della facoltà di Scienze Politiche; Pier Francesco Asso, Università di Palermo e Fondazione Res; Adam Asmundo, responsabile Analisi Economiche, Fondazione Res; Luca Bianchi, assessore all'Economia della Regione Siciliana; Giovanni Catalano, direttore di Confindustria Sicilia; Giovanni Chelo, responsabile Territorio Sicilia di Unicredit.
"Le nostre stime per il 2012 appena concluso - si legge nel rapporto - confermano il perdurare del quadro recessivo che caratterizza l'economia siciliana, spostando alla fine del 2013 e all'inizio del 2014 il possibile avvio di un timido processo di ripresa. Tra i maggiori sintomi della crisi in atto sono la sensibile contrazione della domanda di consumo delle famiglie, che sinora ha rappresentato la componente più dinamica per l'economia regionale, e il forte ridimensionamento degli investimenti produttivi, che manifesta ancora la debolezza della base produttiva regionale. Una tendenza positiva trova invece conferma sul versante delle esportazioni, in crescita nell'ultimo triennio".
"Le nostre stime indicano che abbiamo ormai raggiunto il punto di minimo della crisi che attanaglia l'economia siciliana ormai dal 2007 – spiega Adam Asmundo, responsabile del modello di previsione dell'economia siciliana –. Il reddito disponibile, le condizioni economiche delle famiglie e delle imprese, le disparità e le sperequazioni distributive e la destrutturazione della base produttiva configurano una recessione senza precedenti".
"Tuttavia – prosegue – le prospettive a breve e medio termine appaiono più positive. All'attuale crisi strutturale e sistemica potrebbe infatti seguire una fase di graduale ripresa su basi diverse. Una conferma in questo senso è data dalla capacità competitiva e di mercato delle imprese che scelgono di esportare. I limiti dell'intervento pubblico regionale e nazionale – conclude – implicano che già nei prossimi mesi un ruolo determinante per la crescita dovrà essere assunto dai capitali privati".
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