E' stato depositato presso la cancelleria della Corte Costituzionale l'atto con cui la Procura di Palermo si costituisce nel giudizio che la vede opposta al Quirinale nel conflitto tra poteri relativo all'intercettabilità del Capo dello Stato.
Il conflitto è stato sollevato dalla Presidenza della Repubblica e riguarda le intercettazioni indirette di conversazioni del presidente Giorgio Napolitano con l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, coinvolto nell'indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia
L'udienza in cui la Corte esaminerà nel merito la questione è fissata per il prossimo 4 dicembre.
Nell'atto si costituzione in giudizio si legge che: "L'intercettazione della conversazione del Presidente della Repubblica che sia occasionale, del tutto involontaria, non evitabile e non prevenibile, non può per la ragione di tali caratteristiche, integrare in sè alcuna lesione di prerogative previdenziali quali che sia il contenuto della conversazione".
La memoria di costituzione affronta il tema dell'immunità presidenziale. ''Un'immunità assoluta - si legge nella memoria difensiva - potrebbe essere ipotizzata per il Presidente della Repubblica solo se, contraddicendo i principi dello Stato democratico-costituzionale, gli si riconoscesse una totale irresponsabilità giuridica anche per i reati extrafunzionali. Una simile irresponsabilità finirebbe invece per coincidere con la qualifica di 'inviolabile', che caratterizza il Sovrano nelle monarchie ancorche' limitate: una inviolabilità che - tenuta distinta dalla inviolabilità garantita dallo Statuto e dalle leggi a tutti i cittadini - implicava la totale immunità dalla legge penale nonchè dal diritto privato quanto a particolari rapporti''.