Stop alle polemiche sui canoni delle concessioni marittime in Sicilia. Dopo le proteste da parte delle associazioni di categoria, l'Assessore regionale territorio e ambiente, Sebastiano Dibetta, ha annunciato un pugno di ferro sulla burocrazia e lungaggine amministativa soprattutto perchè la regione è notevolmente in ritardo sul pagamento dei canoni rispetto ad altre realtà. Stangata quindi per gli otto mila concessionari siciliani che fno ad ora hanno goduto di agevolazioni particolari.
Giro di boa annunciato dall'assessore al termine di un incontro con i rappresentanti di categoria, i ministri degli affari europei e regionali , rispettivamente Moavero e Gnudi, e i rappresentanti delle regioni Liguria Lazio e Sicilia, le più interessante dal fenomeno, sembrano tutti concordare – ha speigato Dibetta – sull'iter proposto per la Sicilia. I punti salienti riguardano l'aumento del canone a fronte della semplificazione burocratica e la durata della concesisone di almeno cinque anni per poter ammortizzere i costi di inizio esercizio. La contrarietà comune a tutti i concessionari riguarda proprio la lentezza amministrativa.
Troppo tempo infatti, passa tra la richiesta della concessione e l'effettivo rilascio della stessa. Dibetta insite sul fatto che a fronte di un sacrificio economico, ovvero l'aumento del canone, saranno accorciate le distanze burocratiche. La sicilia, più di ogni altra regione, ha molto da investire nel turismo ma è meglio battere il ferro finchè è caldo e non fermarsi nenache davanti alle evidenti proteste delle lobbies di settore.Piovono le critiche di Confcommercio Sicilia e Agen , il presidente, attacca duramente la proposta di Dibetta : "In un momento in cui il sistema imprenditoriale isolano vive al limite del collasso si pensa di fare cassa sulle spalle degli imprenditori, dimenticando che in questo modo si otterranno tre soli risultati: quello di distruggere il sistema delle imprese legate al turismo balneare; di fare lievitare a danno di cittadini e turisti i costi di fruizione dei lidi balneari; di vanificare ulteriormente ogni speranza di sviluppo turistico di questa Regione".