In vista delle ormai imminenti elezioni amministrative del 6 -7 maggio a Palermo, inizia a delinearsi il binario su cui è probabile che si muoverà il centro destra nelle prossime ore. Le candidature di Cascio e Costa restano in standby, qualcuno dice anche di più, cioè che hanno il “freno a mano tirato”. Intanto Gianfranco Miccihè dialoga appassionatamente con L'UdC di Casini non escludendo l'apparentamento con il PdL. Francesco Musotto MPA fa una lata apertura a una possibile coalizione allargata, il FLI rincara la dose, dichiarando, per bocca di Gianfranco Fini, che non accetterà mai nessuna alleanza con i pdellini almeno per ora. La convergenza strategica di tutti resta quella su Massimo Costa, utilissimo a far trascorrere i giorni in vista di una decisione definitiva. Perchè per il momento sul piatto non c'è la poltrona di sindaco di Palermo, ma i nuovi assetti politici nazionali del post Berlusconi, che probabilmente Angelino Alfano aveva sottovalutato, credendo di poterli gestire in proprio. Lo scenario che si sta provando a costruire, partendo dai numeri che in politica servono sempre, è quello relativo a una nuova aggregazione politica di centro e destra, facendo a meno della lega. UdC, PdL, Grande Sud, API e perché no l' MPA di Raffaele Lombardo. Coalizione che potrebbe avere i numeri per giocarsi sia la partita di Palermo sia il ben più importante mach delle consultazioni politiche nazionali.