In seguito all'impressionante numero di suicidi che si stanno verificando in tutta Italia a causa della crisi economica, e quindi della perdita di lavoro o dell'impossibilità di trovarlo stamattina, 16 maggio 2012, i ragazzi dello Spazio Libero Cervantes, hanno deposto davanti la sede della Serit più di 100 croci con i nomi delle persone che dall'inizio del 2012 si sono suicidate a causa della crisi.
Riportiamo l'intero comunicato stampa «Riteniamo sia doveroso – spiega Francesco, portavoce dello Spazio Libero Cervantes- pagare i debiti nei confronti dello Stato. Ma un sistema esattoriale come quello della Serit, Equitalia nel resto del territorio, è ingiusto, vessatorio e oltre i confini della legalità».
«Per questo – continua il portavoce- abbiamo inaugurato con questa iniziativa shock una campagna contro la Serit. Non è nel nostro stile lanciare provocazioni, come molti fanno, senza proporre soluzioni. Lo Stato non può scaricare sulle spalle dei contribuenti in maniera così iniqua il tentativo di uscire da una crisi, causata da politici corrotti e frutto del signoraggio bancario, vessandoli con pignoramento dei beni strumentali per le aziende ed ipotecando immobili di pensionati con reddito minimo». In sintonia con alcune associazioni di consumatori e con un pool di tecnici il Cervantes inaugurerà uno sportello amico per coloro che sono sottoposti ingiustamente alle cartelle esattoriali della Serit.
Lo sportello fa parte di un'iniziativa più ampia che prevede la convocazione di un forum di associazioni e cittadini che si adopereranno per chiedere al Comune di riappropriarsi del diritto di riscossione come avviene in molti comuni italiani. «Le nostre richieste – conclude Francesco- al Comune sono chiare: disdetta del contratto con la Serit, creazione di un pool di giovani avvocati (attraverso un bando in sinergia con la facoltà di giurisprudenza a tariffa standard) per il recupero crediti, riscossione diretta con umanizzazione del rapporto comune/cittadino, compensazione dei debiti per le aziende che vantano crediti nei confronti del comune, convenzione con la Posta (come nel caso del comune di Bologna) per accedere al microcredito per le persone in difficoltà».
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