Nei primi di dicembre dello scorso anno un trentaseienne cefaludese si è presentato presso gli uffici del Commissariato diretto da Manfredi Borsellino denunziando il tentativo di raggiro messo in atto ai suoi danni da un giovane contattato sul portale di aste online Ebay. Spacciandosi per il rivenditore di uno smartphone di ultima generazione, il truffatore, residente in provincia di Alessandria, avrebbe preteso due versamenti anticipati su una carta prepagata "postepay" intestata alla convivente del padre.
Curiosa la richiesta del truffatore: per sbloccare la carta elettronica (misteriosamente bloccatasi dopo l'accredito fatto dal compratore) e consentirgli la spedizione del prodotto al recapito dell'acquirente sarebbe stato necessario versare un'ulteriore somma di importo pari alla prima.
Di fronte alle perplessità e alle rimostranze del raggirato, il truffatore, insistendo sulla surreale versione, ha continuato a pretendere il secondo pagamento e in un pericoloso crescendo di minacce e insulti ha paventato l'inoltro di denunzie all'autorità giudiziaria (tra le minacce che hanno spaventato particolarmente il giovane ragazzo quella di raggiungerlo nella sua abitazione cefaludese e dargli "una bella lezione"; per essere credibile il truffatore gli ha citato un paio di suoi vicini di casa, i cui nomi aveva agevolmente tratto dalle pagine bianche).
La vera denunzia, alla fine, l'ha sporta la vittima, che, seppure spaventata, si è resa finalmente conto delle reali intenzioni del sedicente rivenditore.
A quel punto, per gli operatori del Commissariato, da tempo esperti in questo genere di indagini, è stato estremamente semplice risalire all'autore dell'imbroglio anche perchè, subito dopo avere ricevuto sulla carta prepagata l'accredito della prima somma, questi si era affrettato a prelevarla da uno sportello bancomat della sua città. Identificati anche i suoi probabili complici, la convivente del padre (titolare della carta prepagata) e una minorenne risultata intestataria degli account utilizzati dal truffatore nella propria corrispondenza informatica con la vittima.
Appare superfluo evidenziare che non esistono carte prepagate che necessitano di avere accreditate somme di denaro per essere "sbloccate".