I nostri ben pagati deputati regionali hanno partorito un disegno di legge voto per l'apertura di due casinò, a Palermo e a Taormina. Sarà, è stato dichiarato, un volano di crescita turistica e di sviluppo. Hanno ragione. Finalmente abbiamo trovato uno strumento per attirare turisti nella nostra povera terra. Ma perché non ci abbiamo pensato prima? Perché abbiamo perso tutto questo tempo? Del resto cosa abbiamo preteso fino ad ora? Abbiamo preteso che i francesi, gli americani, i russi, i giapponesi e gli spagnoli, per fare degli esempi, si sobbarcassero la fatica di arrivare in Sicilia dove non c'è nulla, ma dico proprio nulla di attraente. Che ci vogliamo fare, il fato, il destino è stato piuttosto avaro con noi. Non abbiamo mare, siamo un'isola senza coste, non abbiamo riserve marine, non abbiamo montagne, neve, non abbiamo boschi, parchi naturali. Non parliamo poi dei beni culturali. Diamine, possibile che a nessuno nel corso dei secoli sia venuto in mente di conquistarci magari lasciando qualche segno del suo passaggio, che ne so, tiro a caso, dei templi greci, delle rovine romane, un bel barocco, uno stile arabo, bizantino, normanno? Niente, non ci hanno calcolato manco di striscio. Siamo completamente a nudo. Zero beni monumentali, archeologici, architettonici, artistici, il vuoto totale. Come si poteva minimamente pensare di fare turismo in tali condizioni? Non uno scrittore siciliano, un poeta, un romanziere, non abbiamo musei, biblioteche, chiese, ville, palazzi. In effetti, i nostri tour operators hanno faticato parecchio nel corso degli anni per trascinare qualche decina di buontemponi, pregati e strapregati, disposti a compiere un giro dalle nostre parti. Qualcuno ha osato avanzare il dubbio che i problemi del nostro turismo fossero altri: assenza di una strategia complessiva, di un quadro normativo unitario, di politiche sui costi, sui pacchetti turistici, sui trasporti, sulle infrastrutture. Idiozie! La verità, riconosciamolo con coraggio, è che oggettivamente la Sicilia non può essere considerata una regione a vocazione turistica, per i motivi che abbiamo illustrato. Meno male che all'Ars hanno avuto l'intuizione dei casinò. Ma si, fondiamo il nostro sviluppo sulle case da gioco, tutto legale naturalmente. Del resto almeno una fortuna l'abbiamo avuta, da noi non esiste criminalità organizzata, mafia o altre storie del genere, non rischiamo di mettere nelle loro mani un formidabile mezzo di riciclaggio e di controllo delle attività economiche del territorio. Un solo appunto: perché i casinò solo a Palermo e a Taormina? Ogni territorio ha diritto allo sviluppo, o no?.
Pippo Russo