L'accordo ritrovato tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Miccichè lascia l'amaro in bocca a molti. I malumori più eclatanti, e per niente taciti, sono quelli di chi sta all'interno dell'area del centrodestra, se non proprio dentro il Pdl. Sono soprattutto coloro che hanno vissuto da protagonisti l'esperienza delle ultime elezioni regionali siciliane, dal campo opposto a quello che poi è risultato vincente, a mal digerire il ritorno all'ovile di colui che ora guida Grande Sud, partito nato da una costola ribelle del berlusconismo. Ma Miccichè, dal canto suo, non bada ai nasi storti.
"Allearsi alle politiche con chi ha concorso alla sconfitta del Centrodestra alle Regionali è davvero difficile da digerire per molti". Francesco Cascio, ex presidente dell'Ars e campioni di voti del Pdl isolano, affida sibillinamente al pubblico dei social network la delusione di ritrovarsi seduto allo stesso tavolo, alla viglia delle elezioni del 24 e 25 febbraio, con chi facendo corsa propria alle regionali ha prosciugato parte del bacino di voti con cui dalle parti di Cascio contavano di battere Rosario Crocetta.
E proprio l'uomo scelto per fare da competitor, da esterno al Pdl, all'attuale presidente della Regione rincara la dose: "A due mesi dalle elezioni regionali, appaiono sempre più chiare le responsabilità di chi ha voluto consegnare il governo della Sicilia alla sinistra di Crocetta – attacca Nello Musumeci dal suo profilo su Facebook - Oggi, dopo l'accordo raggiunto tra Berlusconi e Miccichè, diventa difficile nascondere ai siciliani un'amara verità: a Roma come a Palermo, ad alto e a medio livello, c'era chi aveva già deciso e voluto, prima del voto, che il centrodestra in Sicilia non vincesse. Che vergogna".
Realpolitik o no, Miccichè si gode il risultato tattico raggiunto, non badando alle evidenti ostilità. ''Oggi c'è la possibilità di realizzare un progetto, quello del partito del Sud, su cui ho sempre puntato. Ora non mi lascio sfuggire per nulla al mondo questa opportunità. Sono felice che oggi Berlusconi mi garantisca di far decollare il progetto meridionalista", gongola il fondatore di Grande Sud, lasciando poi intendere impervi scenari di coalizione: "C'è un nodo da sciogliere, il rapporto con la Lega. Si ipotizza pure, per superare le resistenze del Carroccio, la costruzione di una coalizione con tre candidati premier: uno per la Lega, Berlusconi e il nostro. Che potrebbe essere Antonio Martino. Io l'ho chiamato, intanto. Ma è solo un'ipotesi".