Palermo. Beni per un valore di oltre 700 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Palermo a Giuseppe Grigoli, 64 anni, noto imprenditore di Castelvetrano (Trapani), il 're dei supermercati'.
Grigoli è ritenuto dagli inquirenti uomo di fiducia del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Secondo l'accusa Messina Denaro gli avrebbe garantito l'espansione economica nel settore del mercato alimentare, anche fuori dalla provincia di Trapani. Dopo l'arresto del boss Bernardo Provenzano, vennero rinvenuti nel suo covo alcuni 'pizzini', costituenti tutta una corrispondenza tra Matteo Messina Denaro e lo stesso Provenzano, nonchè tra questi e Giuseppe Falsone, boss agrigentino all'epoca anch'egli latitante, in cui si faceva riferimento a Grigoli, che si trovava al centro di una controversa tra la "famiglia" mafiosa di Trapani e quella di Agrigento.
Il provvedimento di confisca riguarda il compendio aziendale e l'intero capitale sociale della Grigoli distribuzione; quote di partecipazioni nella Società di gestione centro commerciale Belicittà; della Gagivi di Canicattì (Ag); della Alimentari Provenzano a Giardinello (Pa). Confiscati anche il compendio aziendale e l'intero capitale della 6 Gdo che detiene quote di partecipazioni di altre società e che gestisce direttamente 43 punti vendita con marchio Despar, Eurospar, Superstore e Interspar nelle province di Trapani e di Agrigento e 40 punti vendita in regime di affiliazione al marchio Despar.
I sigilli sono scattati anche per 220 fabbricati - palazzine e ville - e 133 appezzamenti di terreno per 60 ettari circa.
"Grigoli – spiega a RaiNews24 il capo della Dia, Arturo De Felice - sta scontando una condanna a 12 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso emessa dalla corte d'appello di Palermo.
Gli interessi di Grigoli dimostrano una penetrazione nel territorio capillare. Colpire i patrimoni -sottolinea - è certamente un metodo per colpire la latitanza, che ha bisogno di risorse. E' come togliere la benzina a un'auto".
"La zona grigia che copre Messina Denaro - aggiunge De Felice – è stata certamente intaccata dalle varie operazioni. Aggredire i patrimoni e restituire allo Stato i patrimoni illecitamente accumulati non può che portare beneficio ed essere anche un segnale ai cittadini".