Risultati eccellenti al Centro Ortopedico del Dipartimento Rizzoli-Sicilia, ospitato a Bagheria, nella Casa di cura Villa Santa Teresa, confiscata alla mafia.
Infatti, dopo l'avvio in febbraio con le prime visite, in aprile sono cominciati anche gli interventi chirurgici e, dopo l'estate del prossimo anno, entrerà in funzione anche un reparto di ortopedia oncologica.
Prossimo avvio, ancora, la messa a regime della medicina fisica e riabilitativa, rivolta solo agli ammalati operati.
Sono i frutti del protocollo di intesa fra la Regione Sicilia e la Regione Emilia-Romagna che ha dato il via a questa importante operazione.
E' la prima volta che un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico pubblico esporta il proprio know-how in un' altra Regione con l'obiettivo dichiarato di risparmiare lungi viaggi alle migliaia di pazienti che in passato sono arrivati con le loro famiglie a Bologna da tante città del sud.
Il Dipartimento Rizzoli-Sicilia a Bagheria dispone di 84 posti letto, 3 sale operatorie e 5 ambulatori e, alla fine dei lavori di risistemazione, sarà composto da 4 unità operative: ortopedia generale, ortopedia oncologica, medicina fisica e riabilitativa, anestesia e terapia intensiva post-operatoria.
La previsione è quella di effettuare ogni anno 2 mila ricoveri e circa 20 mila visite ambulatoriali, con circa 1000 interventi chirurgici che saliranno a 3 mila quando la struttura sarà a regime.
Il direttore generale dell'Istituto Ortopedico Rizzoli Giovanni Baldi sottolinea come l'avvio del Dipartimento siciliano sia stato complesso.
"Fare partire l'attività di una struttura chirurgica specialistica come l'Ortopedia in una sede lontana, dove non avevamo ancora svolto alcuna attività di ricovero, è certamente complesso; in questi ultimi mesi – spiega Baldi – l'attività si è sviluppata su più fronti: siamo stati impegnati a realizzare le condizioni organizzative che ci consentissero di partire, dall'autorizzazione regionale alla messa a regime della Casa di cura in cui operiamo, che aveva bisogno di una serie di interventi anche strutturali.
Accanto a questi e ad altri interventi, coordinati dalla nostra direzione sanitaria e da una parte del nostro staff, che si sono praticamente trasferiti in Sicilia, è stato costruito l'organico medico-infermieristico con una parte di professionisti, sia medici che infermieri, arrivati direttamente dal Rizzoli di Bologna e un'altra, in parte proveniente dalla Sicilia e in parte composta da medici e infermieri siciliani che lavoravano in ospedali del nord'".
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