Era nella lista dei 10 superlatitanti scritta dal ministero dell'Interno ma da ieri il figlio di Badalamenti è un uomo libero. Tutto merito di un paio di righe della Corte d'Appello di Palermo che ha dichiarato estinta la pena inflitta a Vito Badalamenti.
Ora il figlio di don Tano Seduto (come lo chiamava Peppino Impastato) dovrà essere depennato dalla lista, in cui era stato inserito sebbene condannato a soli sei anni di reclusione, nel maxiprocesso-quater, l’ultimo dei giudizi istruiti dal pool di Falcone, Borsellino e del giudice istruttore Leonardo Guarnotta, oggi presidente del tribunale di Palermo, che firmò il rinvio a giudizio ad una quarta parte del maxiprocesso.
Proprio per sfuggire alla cattura, Badalamenti jr si diede alla latitanza, nel 1995: fu così condannato in contumacia, e la pena nei suoi confronti divenne definitiva il 17 dicembre 1999. Agli avvocati difensori è bastato attendere 12 anni, esattamente il doppio della pena inflitta per presentare la domanda di estinzione del reato il 17 dicembre scorso ed ottenere facilmente una sentenza di estinzione del reato.
Lo stesso metodo è stato seguito più volte nella giurisprudenza italiana, ma la pericolosità oggettiva del soggetto lascia perplessi. Nel frattempo, dopo un periodo di latitanza in Australia, Vito Badalamenti potrà tornare da uomo libero nella sua Cinisi, andando a visitare la casa di suo padre e della madre Teresa Vitale, confiscata e diventata un museo della memoria.