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Assunzioni Ryan Air a Palermo, pagare per essere assunti...

 

Ci scrive il Consigliere Comunale Luigi Sanlorenzo del Partito Democratico
Hanno dell'incredibile le modalità di reclutamento proposte da Ryan Air per l'assunzione di nuovi assistenti di volo. L'attesissima tornata di selezioni per l'assunzione a tempo determinato nella compagnia area irlandese leader dei voli low cost rivela il volto di un'imprenditoria europea che sembra operare fuori da regole e da garanzie. Ne fa fede la giornata vissuta ieri da centinai di giovani disoccupati, in molti casi ampiamente qualificati, che hanno affollato l'Idea Hotel di Palermo nella speranza di entrare a far parte dell'equipaggio.
Informazioni imprecise circa l'effettivo svolgimento delle prove, l'esclusione di quanti non fossero in possesso del passaporto, i tempi di attesa lunghissimi e soprattutto le onerose condizioni dell'eventuale ingaggio hanno rivelato quanto si stia speculando sul disperato bisogno di lavoro.
Ma andiamo con ordine. Ryanair è stata fondata nel 1985 dall'uomo d'affari irlandese Tony Ryan. La compagnia iniziò la sua attività sulla tratta che univa Waterford e London Gatwick, con l' l'intenzione di inserirsi nel mercato dominato dal duopolio sui voli tra Londra e l'Irlanda, nelle mani, al tempo, di British Airways ed Aer Lingus. Una seconda tratta fu aggiunta nel 1986. Sotto la parziale deregolamentazione voluta dall'Unione europea era sufficiente, per le compagnie aeree, che un solo governo desse l'autorizzazione per un volo interno all'Unione europea. L'Irlanda rifiutò, al fine di proteggere l'Aer Lingus, ma la Gran Bretagna, governata da Margaret Thatcher, approvò la tratta. Con due rotte e due aerei la compagnia trasportò, in un anno, 82.000 passeggeri.
Nel 1991 dopo un avvio incerto e con bilanci in perdita Michael O'Leary ottenne l'incarico di ristrutturare la compagnia adottando il modello economico "tariffe basse/niente fronzoli" (no frills) che veniva usato con successo dalla compagnia aerea statunitense Southwest Airlines.
La visione di O'Leary consisteva nel convincimento che la Ryanair potesse ottenere grandi successi nel mercato aereo europeo, dominato al tempo dalle compagnie di bandiera, influenzate a vari livelli dalle loro nazioni d'origine, con cui entrò in competizione offrendo un servizio privo di fronzoli e a basso costo. I voli vennero assegnati a piccoli e spesso sconosciuti aeroporti, desiderosi di attirare nuove compagnie aeree a cui venivano offerte basse tariffe di atterraggio e decollo.
Nel 1995, grazie alla tenace fede nel proprio modello di impresa, la Ryanair celebrò il proprio decimo compleanno, trasportando 2 260 000passeggeri. La crescita è stata costante: 5 358 000 passeggeri trasportati nel 1999; 13 419 000 nel 2002; oltre 30 milioni nel 2005; 42 milioni nel 2006; oltre 58 milioni nel 2008; 65 milioni nel 2009 e 72 milioni nel 2010.
Ryanair è l'unico vettore Europeo ad avere delle basi in Italia senza osservare le regole del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e dell'ENAC, appoggiandosi, però, sulle normative irlandesi, Paese d'origine dei lavoratori e di Ryanair. Per questo motivo la legittimità della sua presenza in Italia è dubbia. Ad oggi sono state intentate diverse cause da parte di lavoratori, che chiedono che sia rispettato il loro diritto ad avere un trattamento pari ai loro colleghi italiani.
Nell'ottobre 2012 l'AD di Ryanair Michael O'Leary viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Bergamo per una presunta evasione fiscale pari a 12 milioni di euro di mancati contributi in relazione all'assunzione a Dublino di 220 dipendenti di stanza a Orio al Serio.
Forti polemiche ha suscitato l'uscita in Francia il 24 maggio 2013 di un libro con il quale un pilota, con lo pseudonimo di Christian Fletcher, narra delle strategie messe in atto dalla compagnia per massimizzare i profitti e ridurre al massimo i costi a discapito della sicurezza. Fra queste si annoverano ad esempio i turni massacranti che lasciano pochissime ore di sonno ai piloti, gare interne promosse per invogliare i comandanti ad imbarcare meno carburante possibile, frenate brusche durante gli atterraggi per ridurre i tempi di rullaggio e risparmiare. La compagnia ha sporto denuncia contro l'autore astenendosi da ogni commento.
Con tali premesse c'è veramente da essere molto cauti nel considerare Ryan Air una risposta occupazionale affidabile, condizionata peraltro da ingenti investimenti iniziali da parte degli aspiranti assistenti di volo. I selezionati nel corso dei vari recruitment day proposti in diverse parti d'Italia sono infatti tenuti a frequentare un corso di formazione a pagamento all'estero, propedeutico per l'assunzione. Il costo complessivo è di 2.900 euro: 500 per l'iscrizione, 700 per vitto e alloggio, 1.700 per le lezioni. Il corso non garantisce l' assunzione e gli eventuali esclusi saranno rimborsati soltanto delle spese di formazione anche se, secondo gli addetti di Crewlink ( l' apparato ufficiale per il reclutamento e la formazione in collaborazione con Ryanair e specialista nel Reclutamento, Formazione e Assunzione di Assistenti di Volo per la principale compagnia aerea low-cost d'Europa ) solo il 6-7 per cento di coloro che vi prendono non riesce a passare il test finale. Gli idonei alla fine delle sei settimane di formazione verranno assunti con un contratto di tre anni. Cento ore di volo per circa 1.300 euro di stipendio mensile da cui vanno detratti trenta euro per la divisa e per l'acqua e il cibo consumati in volo.
Sembrano trascorsi secoli da quella romantica prospettiva professionale "sopra le nuvole"che la generazione di chi scrive, in particolare le molte ragazze nate tra gli anni 60 e 70, visse come un sogno dorato, circonfuso da un fascino particolare. In un'Europa che sembra avere dimenticato il proprio lungo cammino di civiltà e di rispetto del lavoro umano, l'abnorme disoccupazione sta giustificando ogni abuso e violazione di diritti faticosamente acquisiti nel tempo e il tramonto, in nome di malintese regole di mercato, di consolidate forme di garanzia professionale.
Il caso Ryan Air è forse uno degli esempi più eclatanti di quel "pagare per lavorare" che con formule più o meno edulcorate sta facendo regredire la responsabilità sociale dell'impresa e scomparire giorno dopo giorno ogni forma di tutela dei diritti della persona in cerca di lavoro. Sarebbe utile che soprattutto le città che, come Palermo, hanno fatto dell'aspirazione alla legalità la propria nuova identità dessero l'esempio, vincolando gli accordi aeroportuali al rispetto delle soglie minime di garanzia in caso di procedure di assunzioni tanto discutibili. Non vorremmo ancora una volta constatare che lungo i 17 chilometri che separano Palermo da Punta Raisi e Palazzo delle Aquile da GESAP SpA – di cui lo stesso detiene in atto oltre il 30% esprimendone il presidente nella persona dell'ex senatore Fabio Giambrone – prendessero il volo, insieme agli aeromobili di Ryan Air, anche le tante roboanti dichiarazioni di principio circa l'etica della responsabilità e il diritto dei giovani a non essere considerati come merce umana da cui trarre profitti, sfruttandone il disperato bisogno di lavoro. Forse, davanti a prese di posizione di tal genere, cominceremmo a pensare che alcune delle tante – troppe – parole che contornano la legalità alcune possano diventare scelte precise e fatti concreti.