Cos'è la semiotica? Se ci affidiamo alla definizione di Wikipedia è la disciplina che studia i segni e il modo in cui questi formano un senso (significazione).Se volete, è la disciplina che studia la complessità dell'ovvio. Che succede se si rilegge un videogioco che ha fatto storia come Assassin's Creed 2 con gli occhi di un semiotico? Lo abbiamo chiesto a Dario Compagno, palermitano che tra Francia e Canada ha fatto dei videogiochi il suo oggetto di studio.
Dario Compagno ha studiato semiotica a Bologna e a Siena, dove ho conseguito il dottorato di ricerca. Durante il dottorato ho anche trascorso un periodo di ricerca a Parigi.
Le mie ricerche si sono da sempre divise tra la teoria e l'applicazione alle nuove tecnologie interattive. Mi occupo in particolare di tutto quel che è interattivo, tra cui i videogames. Mi interessa il modo con cui i giochi preparano l'interazione con l'utente o giocatore: il modo in cui lo fanno "accomodare" su una poltrona preparata per fargli vivere una certa esperienza.
Alla domanda cos'è per un semiologo la sua materia di studio, otteniamo una risposta illuminante.
Quando dico che sono un semiotico la gente spesso strabuzza gli occhi perché non ha mai sentito parlare di questa disciplina. La semiotica studia le forme della cultura, il modo in cui la cultura si articola in "linguaggi" (come il linguaggio del cinema, della letteratura o dei videogiochi) e in "discorsi" (il discorso della politica, della pubblicità, del giornalismo). Il lavoro del semiologo consiste molto spesso nel fare un'analisi approfondita di un'opera (un libro, uno spot) oppure di un insieme di oggetti legati tra loro da una pratica d'uso. Per esempio un semiotico potrebbe studiare il modo in cui ci si lava i denti al mattino e a sera, analizzando come sono fatti gli spazzolini, cosa dicono le pubblicità che li vendono, quali sono i consigli dati dai dentisti e le motivazione con cui i genitori insegnano questa pratica ai figli. Un'analisi semiotica non è altro che una descrizione approfondita e sistematica del modo in cui funziona un'opera (fatta di parole, o immagini, o video, o più spesso di una commistione di elementi eterogenei). L'analisi mostra i presupposti culturali "invisibili", la "grammatica" d'uso che viene normalmente data per scontata, ma che effettivamente permette la produzione e l'interpretazione di significato. Con un detto famoso, è affascinante studiare l'ignoto, ma ancor di più lo è studiare il noto.
Cos'è Assassin's Creed?
Nel secondo episodio di AC, di cui mi occupo nel libro (Dezmond, una lettura semiotica di Assassin's Creed 2, Edizioni Unicopli), Desmond, il protagonista, rivive i ricordi di Ezio Auditore, Assassino che agì nel Rinascimento italiano. Una delle caratteristiche del gioco è di mescolare elegantemente la realtà storica con la "storia segreta" del mondo, secondo cui praticamente nessun avvenimento umano è mai casuale, bensì esistono società segrete che guidano e hanno guidato lo sviluppo delle società umane. Le strategie messe in atto dai designers di AC2 sono certamente più innovative delle strategie letterarie reiterate in numerosi romanzi di largo consumo. Ci troveremo sempre di più ad avere a che fare con videogiochi che "fanno cultura", e AC2 è in questo una prova.
Cosa viene fuori dalla tua analisi?
Il libro che ho scritto è in definitiva una lettura critica del videogioco, e aspira a dare al lettore una nuova prospettiva su esso. Mi piacerebbe che dopo aver letto il libro, qualcuno dicesse "non avevo pensato che dietro a un videogioco ci fosse tutto questo". Soprattutto, mi piacerebbe che dopo aver letto il libro, chi vada poi a casa a rigiocare AC2 lo veda sotto una luce nuova, e colga dettagli che magari gli erano sfuggiti in un primo momento. Uno degli aspetti in assoluto più importanti di AC2 è la relazione tra i due protagonisti del gioco, Desmond ed Ezio. Si tratta di due metà dello stesso individuo, che si scambiano tra loro ricordi e capacità. Ho scelto quindi di fare un libro che possa essere letto da persone molto diverse (dal semiologo al videogiocatore senza competenze specialistiche). In realtà mi pare però che ogni dettaglio, ogni esplorazione al microscopio di parole, immagini e azioni mi abbia fatto andare avanti sulla stessa strada, strada larga e ramificata, e che alla fine il libro restituisca il senso globale del gioco attraverso i suoi dettagli.
Insomma ho avuto fortuna!