News Sicilia

Agenzia di Stampa Italpress
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  • MESSINA (ITALPRESS) – A Messina, i Carabinieri del NAS di Catania e della Compagnia Messina Centro hanno eseguito il decreto di sequestro, emesso dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta conforme della locale Procura della Repubblica, di due sale operatorie del Reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale “Papardo”.Il provvedimento scaturisce dagli accertamenti condotti, su delega dell’Autorità […]

  • PALERMO (ITALPRESS) – Con l’arrivo del decreto del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ratifica la nomina in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, diventa operativa la nomina del maestro Marco Betta a Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo per i prossimi cinque anni.“Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al Sindaco Roberto […]

Articoli della Finanziaria regionale impugnati. Quali norme costituzionali sarebbero state violate

 

Come dato conto dagli ottimi articoli di Nadia Palazzolo e della Redazione, sappiamo che il Commissario dello Stato ha impugnato innanzi alla Corte Costituzionale ben 34 articoli su 48 della Finanziaria regionale, più correttamente legge di stabilità regionale. Probabilmente non era mai accaduto. In effetti tanti, troppi. Non servono, per capire cosa sia successo, le dichiarazioni di esponenti del governo regionale, a cominciare dal presidente Rosario Crocetta e dall'assessore dell'Economia Luca Bianchi, o dell'Assemblea Regionale Siciliana, piuttosto è utile leggere, con un po' di pazienza, il provvedimento integrale del prefetto Carmelo Aronica. Il Commissario dello Stato è un organo costituzionale, un organo tecnico, non politico, e ha il compito di esercitare il controllo di legittimità costituzionale delle leggi regionali siciliane. Forse una figura antiquata, in tempo di federalismo, e potrebbe avere ragione Crocetta nel chiederne l'abolizione. Tanto più che paradossalmente, dopo la riforma costituzionale con legge cost. 3/2001, hanno oggi più autonomia le regioni a statuto ordinario, dove non esiste più il controllo preventivo sulle leggi del Commissario del Governo (nelle altre regioni si chiamava così) che in Sicilia dove, appunto, il controllo preventivo ancora permane. Il punto, in atto, è un altro. La lettura del testo dell'impugnativa offre uno spaccato molto istruttivo e, soprattutto, dimostra come i rilievi del Commissario appaiano, prima facie, precisi ed argomentati. Non vogliamo fare in questa sede una dettagliata disamina articolo per articolo, ma evidenziare che secondo il Commissario dello Stato sono stati sistematicamente violati gli articoli 3, 81, 97, 117 e 120 della Costituzione. In estrema sintesi tutti quegli articoli che riguardano il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, il rispetto delle competenze esclusive dello Stato, il principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione, l'obbligo della chiarezza, veridicità e trasparenza dei documenti finanziari, bilancio e legge di stabilità o finanziaria, il principio di leale collaborazione con lo Stato cioè, in soldoni, il rispetto dei patti, dei vari piani di rientro. Solo sulla censura alla norma che concede diritti anche alle coppie di fatto si potrebbe contestare al Commissario dello Stato un giudizio più "politico" che tecnico, anche perché esiste ormai giurisprudenza che ammette una sorta di sovrapposizione tra la famiglia tradizionale e le diverse unioni di fatto. In pratica, il rimprovero vero del Commissario è che i documenti finanziari non sono credibili, che a nuove o maggiori spese non corrispondono nuove o maggiori entrate certe o minori altre spese. Insomma, adesso il guaio è grosso. Bisogna promulgare le parti non impugnate che consentirebbe di pagare gli stipendi di diverse categorie di lavoratori, tra cui i regionali, la proroga dei precari e i finanziamenti ai comuni. Però, attenzione, nel momento in cui il presidente della Regione decide di promulgare le parti non impugnate cessa la materia del contendere (giurisprudenza costituzionale consolidata) e, pertanto, quelle norme impugnate non saranno oggetto di valutazione della Consulta e, conseguentemente, non potranno mai più essere promulgate (nel caso la Corte Costituzionale avesse dato ragione alla Regione Siciliana). Ci vuole una nuova finanziaria.

Pippo Russo