Tanti arresti, ogni giorno, rappresentano un dato certo. Le forze dell'ordine sono presenti sul territorio ed operano efficacemente. Un fatto però ha messo in allarme questa redazione e cioè, in moltissimi casi, quasi tutti, dopo il fermo e la convalida dell'arresto, il reo viene rimesso in libertà. Il problema esiste ed è grave. Abbiamo anche appreso di malviventi autori di rapine a mano armata, di percosse, e con i complici ancora latitanti, a cui siano stati concessi i domiciliari.
Senza volere scomodare, metaforicamente, un filosofo come Kant, tirando in ballo le sue celebri "antinomie", ci sembra che le contraddizioni siano più che palesi. Che senso ha infatti un controllo del territorio, anche capillare, una repressione del crimine, se poi non si applicano le opportune misure restrittive? Una responsabilità indubbia ce l'ha il neo decreto svuota carceri, che ha obbligato la magistratura a non incarcerare nessuno, praticamente fino al giudizio.
Considerati i tempi della giustizia italiana, c'è poco da stare allegri. L'ultimo caso è di ieri sera , quando i carabinieri hanno fermato un parcheggiatore abusivo ghanese, reo di aver tentato di estorcere del denaro ad un automobilista che si era rifiutato di pagare. Una volta intercettato, l'uomo è stato condotto in camera di sicurezza, l'arresto è stato convalidato e poi è stato rimesso in libertà in attesa del giudizio....quello universale?
Ci chiediamo dunque se questo stato di cose non invogli la gente a non denunciare, ed è una domanda assolutamente opportuna, poiché ci chiediamo altrresì come dovrebbe sentirsi una persona che ha magari denunciato uno spacciatore, un rapinatore o un ladro, reincontrandolo l'indomani per strada. Qualcosa nel sistema non va, è evidente. Noi l'abbiamo rimarcato e certamente non è un problema che possiamo risolvere, ma possiamo intuirne le conseguenze.