"La cattiva politica ha potuto prosperare coniugando consenso e spesa pubblica improduttiva in una prospettiva sempre più appiattita solo al ciclo elettorale. Questa tendenza prevale anche nella campagna elettorale in corso. Il dibattito tra gli schieramenti è concentrato più sulla gestione dei mutevoli rapporti di forza che non sul confronto leale concernente programmi, obiettivi e competenze necessarie per realizzarli". A dirlo sono i vescovi siciliani, che affidano a una documento le proprie riflessioni a poche settimane dall'elezione del nuovo presidente della Regione e del rinnovo del Parlamento regionale.
Il documento, diffuso al termine della sessione autunnale della Conferenza Episcopale Siciliana, non lesina critiche all'attuale classe politica. In particolare, si rimprovera una scarsa attenzione nei confronti delle nuove generazioni. "Attraverso penose scorciatoie, utilizzate per creare o mantenere il consenso elettorale, si è contribuito – dicono i vescovi - ad alterare gravemente l'approdo al mondo del lavoro di migliaia di giovani, bruciando intere generazione con la piaga del precariato". Si è così creato un "perverso circuito, definitivamente inceppato a causa del grave deterioramento in cui versa la finanza regionale. E' stata alimentata la distorta convinzione che l'unica risposta adeguata alle aspirazioni di crescita possa scaturire dall'iniziativa diretta dell'amministrazione regionale considerando logihe di scambio clientelare".
Per i prelati si deve ripartire "dalla centralità della persona" e rivolgono un appello "a tutte le coscienze affinchè la partecipazione al voto sia ampia, piena, consapevole, libera da occulti e fuorvianti condizionamenti, soprattutto di natura criminale, e affrancata da logiche clientelari o di mera tutela di rendite parassitarie o privilegi prevaricanti. Lo spettro dell'astensione circola e rischia di apparire a troppi come la 'lezione' da assestare a chi non vuole capire . In questo senso al competezione resta aperta e sarà bene che la politica non bruci alcun ponte dietro di sè".
Nelle parole dei vescovi anche un invito a non indulgere in "nostalgiche riaffermazioni di una sicilianità perduta o in improvvisate piattaforme rivendicazioniste nei confronti dello Stato, con cui legittimare estemporanei tentativi di riaggregazione politica". Per i vescovi siciliani è "necessaria ed urgente piuttosto un'autonomia della competenza e della responsabilità per riannodare il filo di un costante ed efficace dialogo politico e tecnico con gli organi dello Stato e con le istituzioni dell'Unione europea, necessario per valorizzare tutte le energie presenti nel nostro territorio che rischiano di essere irrimediabilemente disperse".
E nel ribadire la propria volontà di collaborare al bene comune. Nel documento si annuncia "la volontà di costituire in corrispondenza della nuova legislatura regionale un Osservatorio sulle politiche pubbliche regionali per offrire appropriati strumenti di analisi e di proposta al dibattito pubblico regionale".