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Annullamento condanna Dell' Utri. Cosa ne pensate? Lasciate i vostri commenti su Palermo Report

L’annullamento della sentenza  che condannava  Marcello Dell’Utri  ha scatenato forti reazioni. Noi vorremmo sapere peròcosa ne pensano i nostri lettori, i cittadini.

Ricapitoliamo: La corte di Cassazione ha annullato la sentenza che condannava  il senatore del Pdl a una pena di 7 anni  per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo è da rifare con rinvio ad altra sezione. E' stato bocciato inoltre il ricorso del procuratore generale Antonio Gatto, che chiedeva una condanna più pesante, perché non era stato dato il giusto peso a quel patto «tra Cosa nostra e Forza Italia» rivelato da Gaspare Spatuzza. Intanto incombe la prescrizione (30 giugno 2014) e tra un mese saranno depositate le motivazioni. Si riparte quindi con un nuovo processo d’appello a Palermo e con un nuovo collegio. Ma dalla condanna in primo grado a 9 anni, inflitta nel 2004. Dell’Utri è accusato di essere stato il  tramite tra Berlusconi e la mafia  dagli anni 70 fino alla strage di Borsellino, stringendo rapporti con Stefano Bontade, Mimmo Teresi e lo stalliere di Arcore, Vittorio Mangano.

Per l’annullamento della sentenza, sono state determinanti le parole del Procuratore generale Francesco  Iacoviello che ha detto “Se alla sentenza togliamo tutte le frequentazioni e le conoscenze  non rimane niente, e la Cassazione, con la sentenza Mannino, ha detto che queste cose sono irrilevanti. Descrivere l' imputato come "referente o terminale politico della mafia," non significa nulla: non si fanno così i processi, si devono descrivere i fatti in concreto”.

Abbiamo letto le razione politiche, quella del segretario del Pdl, Angelino Alfano che ha dichiarato “Oggi dobbiamo congratularci che esista il terzo grado di giudizio che ha consentito a Dell'Utri di non essere condannato ieri». Ma ora «chi restituirà a quel cittadino 16 anni di gogna, 16 anni di dolore? Ecco «a cosa serve la riforma della giustizia”.

Abbiamo letto quelle del pm  Antonino Di MatteoSe è vero, come hanno riportato gli organi di stampa, che ieri, in occasione del processo contro Marcello Dell’Utri, il sostituto procuratore generale della Cassazione ha parlato del concorso esterno in associazione mafiosa come di un reato a cui non crede più nessuno, allora saremmo in presenza di una affermazione gravissima e irresponsabile. Con queste parole – ha detto - si riporterebbero, nella lotta alla mafia, le lancette del tempo indietro a 30 anni fa. Non solo. Queste affermazioni delegittimano in partenza centinaia di indagini e processi che si stanno celebrando in Italia per quel reato e vanno contro condanne definitive che concorrenti esterni alla mafia stanno scontando nelle patrie galere perché ritenuti colpevoli. Affermazione gravissima e irresponsabile, perché quelle parole, se sono state pronunciate, sono state pronunciate a proposito di uno strumento giuridico che per primi avevano applicato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Uno strumento, il concorso esterno in associazione mafiosa, che è un’arma fondamentale per reprimere il male delle collusioni  tra la mafia, l'imprenditoria, la politica e le istituzioni. L'unico strumento che permetterebbe il vero e definitivo salto di qualità nel contrasto alla criminalità organizzata. A meno che non ci si voglia convincere che la lotta alla mafia sia solo la repressione degli aspetti militari e non la lotta contro ben più gravi forme di collusione”.

Abbialmo letto le dichiarazioni rilasciate a La Repubblica dai pm Domenico Gozzo e Antonio Ingroia, parte accusatrice nel processo in primo grado a Dell’Utri: "Dell'Utri vittima della mafia o co-carnefice che ha fatto da tramite tra Cosa Nostra e il gruppo Berlusconi? Le indagini e due processi hanno fugato ogni dubbio – ha detto Gozzo e ha aggiunto – La Cassazione è giudice di legittimità, si occupa solo di questioni di diritto. Sul merito si sono già pronunciati i giudici di tribunali e appello confermando sostanzialmente la ricostruzione della Procura che ha sostenuto le cointeressenze tra Dell'Utri e ambienti mafiosi".  

A tutti quelli che cantano vittoria come se fosse stata dichiarata l'innocenza di Dell'Utri, dico: non è affatto così – ha detto Ingroia –  I giudici hanno deciso infatti per un annullamento con rinvio della sentenza d'appello. Solo un annullamento senza rinvio sarebbe equivalso a un riconoscimento di non colpevolezza dell'imputato. Attendiamo comunque di leggere le motivazioni”.

Adesso vorremmo sapere quali sono le reazioni dei nostri lettori, dei cittadini. Come sapete, i commenti vengono inseriti automaticamente sul sito, quindi… la palla a a voi!