In seguito all'articolo pubblicato due giorni fa da Palermo Report, sull'Amia e la nomina del nuovo liquidatore, è arrivata una dichiarazione dall'azienda che per dovere di cronaca inseriamo: "I commissari straordinari di Amia, Sebastiano Sorbello e Paolo Lupi, precisano: "Amia era già stata posta in liquidazione dal Comune di Palermo nel 2009, nominando quale liquidatore il Dr. Gaetano Lo Cicero, direttore generale del Comune. Da aprile 2010, a seguito delle decisioni del Tribunale fallimentare e dell'ammissione dell'azienda alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi della 'legge Prodi', il ministero dello Sviluppo economico ha nominato tre commissari straordinari con il compito di recuperare le risorse per pagare i creditori insinuati al passivo e di risanare l'azienda attraverso la ripatrimonializzazione, il recupero dei crediti, la riorganizzazione dei servizi, il contenimento dei costi. Al termine del loro mandato, i commissari riconsegneranno l'azienda al liquidatore, che seguirà le successive indicazioni espresse dal Comune, socio unico di Amia".
A questo però, sempre per dovere di cronaca e per meglio chiarire ai nostri lettori, vorremmo aggiungere qualcosa. Provare a spiegare nel modo più semplice possibile la situazione in cui si trova l'Amia, partendo dal momento in cui sono stati nominati i commissari, fino alle più recenti notizie di ieri, sull'assemblea del socio unico Amia (il comune di Palermo), rappresentato dal commissario Luisa Latella in cui è stato dato mandato al neo liquidatore, di verificare se sussistano i presupposti per realizzare un concordato preventivo con i creditori.
• L'Amia è una Società per azioni. Lo Scioglimento delle spa avviene per le cause contemplate dell'art. 2484 c.c. (liquidazione), per fallimento o per provvedimento dell'autorità governativa. Nel 2010, l'Amia è stata dichiarata insolvente, per insolvente si intende una società che non paga i suoi fornitori. Quando l'insolvenza viene "certificata" in sede giudiziaria, come nel caso Amia, scattano le procedure concorsuali (fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo, amministrazione controllata, amministrazione straordinaria) che servono per garantire che i creditori siano soddisfatti equamente. In questa fase si cerca di far chiarezza nei conti, di recuperare i crediti e pagare i vari creditori. Va precisato, che alla fine di una procedura concorsuale l'azienda potrebbe anche non chiudere.
• L'Amia è stata messa in liquidazione e durante questa "fase" (siamo nel febbraio 2010) il tribunale fallimentare di Palermo, accogliendo la richiesta della Procura, per salvaguardare i creditori, l'ha dichiarata insolvente e in seguito sono stati nominati i 3 commissari giudiziari, indicati dal ministero dello Sviluppo economico: Paolo Lupi, Giuseppe Romano e Salvatore Sorbello. Poi diventati due, Romano ha infatti lasciato l'incarico. I commissari avevano ( e hanno) il compito, come abbiamo detto, di analizzare i conti dell'azienda, di individuare possibilità di recupero economico e di presentare al tribunale, un rendiconto sullo stato economico dell'azienda. Tutto questo sulla base di un programma di risanamento di durata non superiore a due anni. Scadenza quindi, nel caso Amia, nel 2012.
• La liquidazione può essere volontaria, come un nel caso Amia, perché decisa dal comune che è un socio, o ordinata in sede giudiziale. Fase in cui si cerca di far quadrare i conti prima dell'eventuale scioglimento. Eventuale, perché la liquidazione un domani potrebbe essere revocata nel caso in cui l'Amia dovesse dimostrare di essere essere in grado di poter continuare l'attività, e questo vorrebbe dire che avrebbe fatto chiarezza sui conti, incassati i crediti, pagati i debiti etc.
Andiamo ai debiti e ai crediti.
• Attualmente è come se l'Amia fosse divisa in due società ( è solo un esempio, per rendere tutto più chiaro). La "vecchia" Amia, e quindi legata alla vecchia gestione e la nuova Amia che cerca di mandare avanti l'attività. Sono 100 i milioni di debiti (vecchia gestione) congelati e 90 i milioni di crediti che avanza. Congelati vuol dire che prima o poi l'Amia dovrà restituirli.
• L'obiettivo attuale di risanamento dell'Amia, punta al recupero di circa 15 milioni di euro: 8 milioni che il Comune deve all'azienda, applicando la delibera di adeguamento del contratto di servizio e circa 7 milioni che dovrebbero essere erogati dall' Amap per il servizio di pulizia delle caditoie effettuato. Sia Comune che Amap hanno comunicato che non potranno erogare più di 2 milioni.
Ieri intanto, l'assemblea del socio unico Amia si è riunita. Presenti il commissario straordinario del Comune, Luisa Latella, il commissario straordinario Amia Paolo Lupi e il direttore generale Nicolò Gervasi, nonché il liquidatore uscente Gaetano Lo Cicero e quello subentrante Baldassare Quartararo. L'assemblea ha approvato la nomina dello stesso Quartararo a nuovo liquidatore della società, affidandogli il mandato di verificare se sussistono i presupposti per realizzare un concordato preventivo con i creditori della passata gestione, per poter azzerare i debiti. Su questo vogliamo soffermarci, perché questi termini hanno generato fin in troppa confusione e se non agli addetti ai lavori, non è ben chiaro cosa stia succedendo.
• Il nuovo liquidatore Amia, ricevuto ieri mandato, dovrà verificare se esistano i presupposti per ammettere l'azienda a concordato preventivo. Ma cosa è esattamente? Il concordato preventivo è una misura che viene utilizzata nel tentativo di evitare il fallimento, ma che non evita di fatto lo "smantellamento" della società o di una parte di essa, quella malata.
"L'art. 160 l.fall., che si occupa di individuare le condizioni per l'ammissione alla procedura, stabilisce che l'imprenditore in "stato crisi" (intendendosi per tale anche, ma non necessariamente, lo "stato di insolvenza" di cui all'art. 5 l.fall.) ha facoltà di proporre ai creditori un Concordato Preventivo sulla base di un piano, il quale può prevedere una serie di interventi.
Il primo di questi è la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma, anche mediante:
- cessione dei beni
- accollo
- attribuzione ai creditori, nonché a società da questi partecipate, di azioni, quote, ovvero obbligazioni, anche convertibili in azioni, o altri strumenti finanziari e titoli di debito.
- Altro possibile contenuto della proposta è la vendita delle attività dell'impresa in Concordato ad un compratore.
Un'ulteriore intervento sarà la suddivisione dei creditori in classi secondo posizione giuridica e interessi economici omogenei. In tal modo l'imprenditore potrà proporre ai creditori un piano che preveda trattamenti differenziati tra creditori appartenenti a classi diverse"
E' evidente quindi, appurato cosa sia il concordato preventivo (e nell'eventualità che il liquidatore Amia verifichi che esistano i presupposti per realizzare un concordato con i creditori), che una parte di Amia, quella mal gestita e portata allo sfacelo e che adesso è solo una zavorra, verrà in qualche modo frammentata, ceduta, venduta per evitare il fallimento di tutta l'Azienda.
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