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Allarme default in Sicilia, tra attacchi, sarcasmo e orche islandesi. Il ''Nord'' intanto corre a ripari...

Mentre il presidente Lombardo cerca di far rientrare (a parole) l'allarme default per la Sicilia, lanciato dall'ex presidente di Confindustria Ivan Lo Bello e che ha portato alle ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Monti ("Il Presidente Lombardo confermi le dimissioni", ndr),  arrivano immancabili gli attacchi dagli amministratori delle regioni del Nord. A partire dalla Lega Nord in Regione Emilia Romagna  che ha dichiarato "Gli emiliano romagnoli non devono pagare i debiti folli della Sicilia". I consiglieri del gruppo, Mauro Manfredini, Manes Bernardini, Stefano Cavalli e Roberto Corradi hanno presentato una risoluzione per impegnare la giunta ad attivarsi presso il Governo con ogni mezzo "affinché in caso di default della Regione Sicilia non vengano a livello statale introdotte nuove tassazioni o rincarate quelle già in essere, ribadendo la necessità di alleggerire il peso fiscale per la sopravvivenza dell'economia reale". Si dicono "indisponibili a pagare sprechi, clientelismo, politiche dissennate e anni di mancata crescita della Sicilia", La Lega su questo punto appare compatta, atti analoghi sono stati presentati infatti, dai colleghi delle altre Regioni del Nord.

E non è mancato  lo scherno affidato a Twitter, come quello del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni che ha commentato "Na terra accussì bedda, a stannu affunnannu. Lombardo, di lombardu ha sulu u cugnomu" (tradotto: "una terra così bella la stanno affondando. Lombardo di lombardo ha solo il cognome", ndr) . Frase che da un lato non può non strappare un sorriso se pur amaro, dall'altro però porta a ricordare che la Lombardia in quanto a vicissitudini particolari e alquanto discutibili, in questo momento non è seconda a nessuno.

In questo clima difficile per la Sicilia, gli sprechi di Palazzo dei Normanni dunque sono sotto i riflettori più che mai, e i quotidiani non perdono tempo per ricordarli: sei milioni (di lire) al mese che la Regione ha pagato per decenni per la "pensione" islandese di due orche marine acquistate a metà degli anni '80 per un costo di circa 200 milioni di lire e che sarebbero dovute andare al parco acquatico di Sciacca, mai realizzato. La formazione professionale che secondo le stime pubblicate sul Tgcom, costa alla Regione 240 milioni l'anno; 21 delle 34 società partecipate sono in rosso. I 17.995 dipendenti regionali da pagare, che con quelli delle società controllate o partecipate, le sedi distaccate e i contratti a tempo determinato arrivano a 28.796. Le persone che lavorano per la presidenza della Regione infine, sono 1.385 e i dirigenti nei vari uffici sono 192.

Il Governatore Lombardo ha risposto al presidente del Consiglio dicendo "Avrò modo di chiarire al presidente Monti la massa di equivoci e menzogne che si sono lette in questi giorni. La Regione Siciliana non è a rischio default. Tutto il resto sono chiacchiere per nulla disinteressate. Il bilancio è certificato dalla Corte dei conti, e i nostri conti sono qualificati 'baa2', come il comune di Milano e di Venezia. Dietro di noi ci sono il Lazio, la Campania e il Molise".

Magari, oltre al presidente Monti, il Governatore potrebbe chiarire, carte alla mano, anche ai siciliani.

 

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